di Giovanni Ruotolo
Giornalisti italiani in piazza il prossimo 25 luglio per protestare contro la chiusura all'accesso nei Cie, ossia i Centri per l'identificazione e l'espulsione e i Cara, ossia i centri per l'accoglienza delle persone che chiedono asilo. Il divieto è scattato lo scorso 1 aprile con una circolare del ministro dell'Interno Roberto Maroni, che è addirittura più restrittiva delle norme predisposte dall'allora ministro dell'Interno Beppe Pisanu. Dal 1 aprile nemmeno con la presenza di un parlamentare è possibile per i giornalisti accedere ai Cie e ai Cara.
«C'è una minaccia in più al nostro diritto e dovere di informare: la circolare del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che dal primo aprile impedisce ai giornalisti di entrare nei Cie e nei Cara per evitare che intralcino le attività di sostegno agli immigrati. Questa giustificazione è un'inaccettabile bugia» ha denunciato nei giorni scorsi, il presidente della Fnsi, Roberto Natale, nel corso della presentazione del Rapporto di monitoraggio a un anno dalle raccomandazioni del Consiglio dell'Onu per i diritti umani. «L'opinione pubblica ha il diritto di sapere cosa avvenga in quei centri» ha detto Natale che ha criticato la circolare ministeriale definendola: «pericolosa per la credibilità delle istituzioni italiane perché il divieto d'accesso legittima i sospetti più pesanti su ciò che realmente avvenga all'interno di quei centri».
Altrimenti le uniche possibilità sono legate a quanto riesce ad uscire dai Cie e dai Cara: si tratta di filmati registrati con i cellulari, voci e testimonianze, spesso difficili da verificare, ma che danno adito al sospetto, come si legge in una nota del comitato promotore della manifestazione, che oltre sindacato e ordine dei giornalisti, comprende associazioni e parlamentari di centrosinistra e di centrodestra: "quanto arriva non è certo dimostrazione di trattamento rispettoso dei diritti umani". In più, "Il prolungamento votato nei giorni scorsi dal parlamento, che consente di trattenere le persone non identificate nei Cie fino a 18 mesi, aumenta il disagio e la sofferenza in cui si ritrovano persone che non hanno commesso alcun reato. Gravi lacune si registrano poi nell'esercizio del diritto alla difesa. A tale scopo chi opera nell'informazione ritiene fondamentale avere modo di poter far conoscere alla pubblica opinione quanto in questi luoghi avviene, le ragioni dei continui tentativi di fuga e rivolta, dell'aumento dei casi di autolesionismo che spesso sfociano nel tentativo di suicidio".
Così Fnsi e Ordine dei giornalisti rivendicano il diritto di informare e quello dei cittadini di essere informati: "e assistiti dai legali, dalle associazioni e dai sindacati. Fra le adesioni alla manifestazione che si svolgerà a Roma, Bologna, Modena, Gradisca, Torino, Milano, Bari, Cagliari, Santa Maria Capua Vetere,Trapani, Catania, Lampedusa e Porto Empedocle., hanno aderito, fra gli altri anche la Cgil, il Forum immigrazione del Pd nazionale, l'Acli e l'Arci.
NUOVASOCIETA'
NUOVASOCIETA'
Nessun commento:
Posta un commento