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lunedì 7 novembre 2011

Profughi a Napoli, situazione fuori controllo

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Profughi a Napoli, situazione fuori controllo
 
Per le istituzioni sono solo un fardello, ma per gli albergatori napoletani rappresentano una risorsa insperata. I rifugiati africani arrivati da
Lampedusa hanno evitato il tracollo di molti hotel partenopei, occupando le stanze lasciate libere dai turisti in fuga dall’emergenza rifiuti. “L’Africa ci ha salvati”, dice il proprietario di un albergo del centro e c’è da credergli: da soli, i circa 900 migranti ospitati a Napoli portano nelle casse delle strutture convenzionate quasi 38 mila euro netti al giorno. Paga la Protezione Civile. Eppure gli albergatori non sembrano voler restituire il favore: tra cibi scaduti, abiti vecchi, ticket inutilizzabili e saponette razionate, la sopravvivenza di chi aspetta da mesi i documenti per poter finalmente partire e trovarsi un lavoro è davvero dura. E c’è chi teme che presto la situazione possa sfuggire ad ogni controllo. di Andrea Postiglione

mercoledì 12 ottobre 2011

18 Ius Soli a Human Rights Nights

Human Rights Nights – il festival che da oltre dieci anni porta sugli schermi della Cineteca di Bologna il proprio impegno civile, “tradotto” in immagini – torna per la seconda volta consecutiva nella sua versione autunnale da mercoledì 12 a domenica 16 ottobre. Stasera alle ore 22.30, il testimone passa al nuovo lavoro di Stefano Savona, Tahrir, una sorta di "instant-doc" sulle rivolte che hanno scardinato alcuni sistemi politici del mondo arabo, e, nel caso particolare, quello egiziano.
Il viaggio di Bob Kennedy in Sudafrica nel 1966 è invece al centro del documentario RFK in the Land of Apartheid: a Ripple of Hope, realizzato nel 2009 da Tami Gold e Larry Shore, in programma giovedì 13 ottobre, alle ore 20 al Cinema Lumière, e presentato dalla stessa Tami Gold.
Sabato 15 ottobre al Cinema Lumière alle ore 20 sarà proiettato 18 Jus Soli, presentato dal regista italo-ghanese Fred Kudjo Kuwornu: quindici storie reali di ragazzi tra i diciotto e i ventidue anni, nati nel nostro paese ma di origine straniera, che per diversi motivi non hanno ancora ottenuto la cittadinanza italiana. Un’occasione – accompagnata anche da una campagna di comunicazione sociale che ha coinvolto un network di associazioni ed enti – per promuovere, nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, un dibattito legislativo e culturale sul diritto di cittadinanza dei ‘nuovi italiani’.
Alle 22 sarà la volta di Là-bas, opera prima di Guido Lombardi e rivelazione all’ultima Mostra di Venezia (Leone del Futuro): ispirato alla ‘strage di Castelvolturno’ in cui sei immigrati vennero trucidati da un commando di camorristi, la pellicola segue le tracce di Yussouf, un giovane immigrato, che decide di chiudere i conti con suo zio Moses, l’uomo che lo aveva convinto a venire in Italia promettendogli un futuro da onesto artigiano, ma che ne ha fatto, invece, un cinico spacciatore di cocaina al suo servizio.


Se vuoi vedere 18 IUS SOLI TRAILER ITALIANO vai qui

Se vuoi andare al sito di 18 IUS SOLI vai qui

BOLOGNA Proteste in Banca d'Italia

Un centinaio di giovani tenta di entrare nella sede dell'Istituto. Polizia e carabinieri reagiscono. Una studentessa di 23 anni trasportata in ospedale: colpita al volto, ha quattro denti rotti e il labbro spaccato. Poi il corteo è proseguito: assalto agli uffici del Tribunale. Buttati in strada faldoni di documenti

la Repubblica BOLOGNA.it

DI ALESSANDRO CORI e ILARIA VENTURI
 

Tensioni a Bologna davanti alla sede di Banca d’Italia. E’ scontro tra le forze dell’ordine e i centri sociali. Un centinaio di studenti indignados stamattina alle undici si è presentato in piazza Cavour, davanti alla sede del palazzo già blindata da un cordone di carabinieri e polizia in tenuta antisommossa.

“A voi i debiti a noi la borsa e la vita”, recitava lo striscione dei manifestanti, molti di loro con scudi di polistirolo e con una statua raffigurante di Santa Insolvenza e Diritto all'insolvenza. “Vogliamo entrare, non è nostro il debito”, “non vogliamo più essere sfruttati, siamo precari e diciamo basta, ci ribelliamo”, gridavano. E ancora: “Diritto all’insorgenza”, e il coro: “Default, entro in banca e sono felice se non pago il debito”. La manifestazione faceva parte della giornata nazionale di protesta contro l'Istituto centrale di credito, in preparazione della manifestazione generale di protesta del 15 ottobre, a Roma.

Per ben due volte i ragazzi hanno tentato di entrare e sono partite le manganellate. Una ragazza di 23 anni, Martina, studentessa di Arti Visive, è stata ferita: quattro denti rotti e il labbro spaccato. E' stata portata via in ambulanza.

A quel punto la situazione è degenerata. A mezzogiorno i manifestanti, dopo un lancio di uova e di vernice, sono partiti in corteo per le vie del centro storico. Con altri “obiettivi”. Passati per via Castiglione, si sono diretti
a vicolo Monticelli, dove - utilizzando come ariete un paletto di metallo - sono entrati nell'Ufficio Pignoramenti del Tribunale. Poco dopo, un gruppo di manifestanti ha sfondato la porta dell'Ufficio Notifiche, buttando all'aria registri e documenti e scaraventando alcuni faldoni e cartelline fuori dalle finestre.

La protesta degli "Indignados" bolognesi si è conclusa, verso le 13, in piazza Verdi, cuore della zona universitaria

Arrestati altri 14 immigrati per i disordini dello scorso agosto


Un momento dei violenti scontri tra ospiti del Cara di Palese e le forze dell’ordine (foto Saverio De Giglio)

BARI – Violenza e resistenza a pubblico ufficiale  aggravate dal numero di persone e dall’uso di armi improprie (spranghe di ferro e sassi), minacce, interruzione di pubblico servizio,  danneggiamento seguito da incendio, violenza privata, lesioni personali aggravate, danneggiamento di auto e mezzi  pubblici, furto e blocco ferroviario.
Sono i reati imputati ad altri 14 migranti, arrestati oggi su disposizione del pm Marcello Quercia, per la rivolta al Cara di Bari del primo agosto scorso. L’indagine, condotta dalla Digos, avrebbe accertato una cabina di regia dietro la rivolta, finalizzata a chiedere l’immediato rilascio de permessi di soggiorno per motivi umanitari. Il 20 agosto scorso, invece, furono arrestati 3 dell’Africa sub-sahariana ritenuti essere gli organizzatori della sommossa che tenne sotto scacco le firze dell’ordine per circa sette ore. Secondo la ricostruzione, intorno alle 6,30 del primo agosto circa 200 migranti sfondarono le reti protettive del Cara, tra Palese e il San Paolo, riversandosi sulla statale 16 che collega Bari con Foggia. Una strategia di guerriglia definita dagli investigatori della Digos finalizzata a ritardare l’arrivo sul posto delle forze dell’ordine così da attirare l’attenzione dei media. Dall’assalto al comando di polizia interna al Cara all’occupazione della statale 16, fino al blocco del treno merci (proveniente dal Belgio e diretto a Brindisi) sulla linea ferroviaria Bari Nord, era stato in precedenza ben pianificato. Come anche la strategia di creare piccoli gruppi di 20 dispersi nelle campagne adiacenti il Cara, che si riunivano ogni qual volta c’era un rastrellamento delle forze dell’ordine. Tecniche di guerriglia, a cui polizia, carabinieri e Guardia di finanza non sono preparate solo per la scarsezza di strumenti idonei a prevenire questo tipo di rivolte.
Secondo quanto raccontano fonti investigative, più di una volta i migranti del Cara avevano bloccato per protesta la linea ferroviaria, cercando di creare disordini. Ma ogni volta, l’immediato intervento delle forze dell’ordine aveva evitato il peggio. “Questa volta è stato diverso”, continua l’investigatore, perché bloccando la state 16 “sapevano che avrebbero potuto creare maggiori danni ritardando al massimo il nostro arrivo”.
La rivolta di lunedì, dunque, potrebbe essere stata studiata a tavolino. Pianificata in ogni effetto e riflesso mediatico. Così è stato per la rivolta di Crotone, nata nelle ore successive a quella di Bari e ritenuta dal questore locale Giuseppe Gammino “un’emulazione di Bari”.
 
 

«Assumevano» immigrati in cambio di denaro: arrestata una coppia di Avola

I coniugi fornivano falsi contratti di assunzione consentendo agli extracomunitari di restare in Italia

SIRACUSA - In cambio di cospicue somme di denaro, anche 3.500 euro per pratica, avrebbero presentato contratti di lavoro in modo tale da consentire ad immigrati, che non avrebbero altrimenti avuto il titolo di regolarizzare la loro posizione, a restare in Italia. In esecuzione di ordini di custodia cautelare in carcere del gip di Siracusa questa mattina gli uomini della Digos hanno arrestato due coniugi di Avola, Lamlouni Radhouane, 42 anni, di origine tunisina, e Anna Fontana, 33 anni. Il primo è stato rinchiuso nel carcere siracusano di Cavadonna, la moglie in quello di piazza Lanza a Catania. Le vicende contestate ai due risalgono ad un periodo compreso tra giugno 2009 e marzo 2010.

Redazione online Corriere del Mezzogiorno
12 ottobre 2011

Aminata Traore a Bologna

L’economista e scrittrice africana, ex ministro della cultura del Mali e leader del World Social Forum, è ospite dell’ong Cospe per un dialogo su sovranità alimentare, diritti dei popoli, politiche agricole europee e africane insieme al preside della Facoltà di Agraria Andrea Segrè e al presidente di Cospe Fabio Laurenzi.


L’appuntamento è alle 17 di oggi, mercoledì 12 ottobre, all’Auditorium Dms di Bologna (via Azzo Gardino 65).

Controradio di Firenze l’ha intervistata.
Ascolta l’intervista su:
Città del Capo

martedì 11 ottobre 2011

Agricoltura in ginocchio. E "Presa Diretta" arriva nel Salento per la lotta contro il caporalato

Le testimonianze di Yvan Sagnet e dei suoi colleghi hanno svelato a tutta Italia quello che si cela da anni dietro la raccolta dei pomodori e delle angurie nel Salento. Il tour di "Presa Diretta" ieri ha fatto tappa anche in provincia di Lecce, andando a sbirciare nelle campagne di Nardò, teatro in questi mesi di estate rovente, di sfruttamento, minacce e quindi ribellione da parte dei braccianti immigrati. Le telecamere di rai 3 hanno affrontato la drammatica situazione da nord a sud del paese del settore agricolo, affrontando i vari aspetti del problema. L'analisi è partita dall’amara considerazione che negli ultimi10 anni quasi un terzo delle aziende legate alla terra ha chiuso. In Lombardia muoiono 10 imprese agricole al giorno e in Sicilia, Sardegna e Puglia le campagne vengono abbandonate. Uno squarcio in questo ritratto nero è stato aperto nel Salento, dove alle difficoltà degli agricoltori, si aggiunge il dramma del caporalato. 

Se vuoi vedere il video vai a:
SalentoWebTV

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