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venerdì 15 ottobre 2010

Bologna: Raid razzista dei tifosi dopo 14 anni quattro assolti!

I fatti risalgono alla festa per la promozione in A del 1996: un immigrato algerino fu accoltellato. A distanza di così tanto tempo uno degli imputati, condannati in primo grado a tre anni e quattro mesi con rito abbreviato, è deceduto. Uno dei legali: "Il provvedimento ripaga il tifo bolognese perché la sportività di molti non deve essere confusa con il tifo deviato di pochi"

Fra le famiglie che festeggiavano, in una città impazzita per il ritorno in serie A del Bologna, un gruppo di immigrati fu vittima di un vero e proprio raid razzista e un 26enne algerino du accoltellato. Se la caverà solo dopo parecchie settimane di ospedale. L'aggressione avvenne il 2 giugno 1996 e a distanza di 14 anni quattro tifosi che erano stati condannati in primo grado con riuto abbreviato a 3 anni e 4 mesi di reclusione sono stati assolti in appello.

Secondo i giudici i quattro -  Giulio De Bellis, Roberto Nociforo, il romano Giulio Moretti e Massimiliano Pacifici, che nel frattempo è morto) non hanno commesso il fatto. Per il quinto imputato, Gianluca Landi, ritenuto il capo del gruppo ultras rossoblù 'Mods', la condanna è stata ridotta a due anni e quattro mesi. Altri 10 ultras erano stati assolti in primo grado nel processo con il rito ordinario, altri due avevano patteggiato la pena davanti al Gup.

Uno degli imputati oggi assolti, De Bellis - che, come gli altri, aveva trascorso un periodo agli arresti - in questa vicenda aveva perso anche un appartamento. La sentenza di primo grado aveva previsto un risarcimento immediatamente esecutivo di 80 milioni e lui dei condannati era l'unico a possedere un bene, una casa a Baricella. L'immobile venne messo all'asta per provvedere al risarcimento. Il suo legale, Antonio Cappuccio: "Finalmente gli è stata resa giustizia, la sua colpa era l'essersi recato al Bar Gianni per i festeggiamenti".

Secondo l'avvocato Matteo Murgo, che ha difeso i fratelli Giovanni e Roberto Nociforo, il provvedimento "ripaga non solo la famiglia dei due giovani, vessata dall'arresto e poi sottoposta a una gogna mediatica, ma più in generale il  tifo bolognese dimostrando che la sportività di molti non deve essere confusa con il tifo deviato di pochi''. 

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