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mercoledì 7 settembre 2011

Cgil, scacco all'Italia

LA MOBILITAZIONE
Mamme, immigrati e sindacato: uniti nello sciopero generale.
di Andrea Garnero
 
Mamme con bambini, pensionati, immigrati in prima fila. Centrosinistra al fianco del sindacato: «Troppe ingiustizie in questa manovra». I volti e le voci della protesta promossa dalla Cgil che ha invaso il centro delle città d'Italia martedì 6 settembre. Disagi alla circolazione, mezzi pubblici non garantiti.

Bari: «Non cancelliamo 60 anni di lotte e conquiste»

Numerose le adesioni allo sciopero. Formale quella del personale precario della Protezione civile della Regione Puglia, che condivide le motivazioni della protesta, ma non ha lasciato sguarnita la sala operativa che si occupa di incendi boschivi e flussi migratori dal nord Africa.
Il governatore Nichi Vendola, invece, era alla manifestazione di Roma e ha guidato la delegazione di Sel.
Giunta pugliese al fianco del sindacato con l'assessore regionale alle Risorse umane, Maria Campese, che si è schierata contro i licenziamenti facili consentiti dalla manovra: «In un colpo solo vengono cancellati 60 anni di lotte e conquiste, svuotato di fatto lo Statuto dei lavoratori, resi insignificanti contratti nazionali e leggi a tutela del mondo del lavoro».
Anche il segretario regionale del Pd, Sergio Blasi ha partecipato al corteo per protestare contro «la manovra classista di aggredire i diritti consolidati dei lavoratori con quel famoso articolo 8 che manomette lo Statuto dei lavoratori». Adesioni allo sciopero anche dell'Italia dei Valori, dai Verdi e da Alternativa comunista.
IMMIGRATI IN PIAZZA. Quelli del cosiddetto 'ghetto di Rignano', la baraccopoli alla periferia del centro cittadino della provincia di Foggia che ospita gruppi di immigrati che lavorano nei campi. E poi altri immigrati, i più esposti in Puglia all'umiliazione dei caporali. Anche loro hanno partecipato al corteo.
La manifestazione si è conclusa intorno alle 12,20. Volti soddisfatti tra i partecipanti, sopratutto tra i dirigenti Cgil. La mobilitazione ha superato le aspettative. Confermate le 10 mila presenze previste. Il vice questore, invece, ha azzardato la cifra di 5 mila manifestanti.

Bologna: «Trovare una modalità che consenta di lottare insieme»

Quattro i cortei che hanno attraversato Bologna. I dipendenti del settore pubblico si sono dati appuntamento a Piazza dei Martiri alle 9. I lavoratori dell'industria e del commercio partono da Porta San Felice, mentre i pensionati si sono riuniti in viale Zanolini.
La Cgil sulle cifre dei partecipanti non si è sbilanciata, ma le stime ufficiose parlano di 30-40 mila persone.
Tutti i 'big' in testa al corteo di Piazza dei Martiri: il sindaco Virginio Merola, presidente e vicepresidente della Regione, Errani e Saliera, gli assessori Pillati, Lepore e Rizzo Nervo. C'è anche il presidente dell'Anpi, Michelini. E con loro, Danilo Gruppi, segretario della Camera del lavoro di Bologna. «La risposta della città è stata ottima, sia per i contenuti che per la partecipazione» ha affermato il primo cittadino. «La necessità di lottare, riferendosi alle divisioni tra le diverse sigle sindacali è ormai un fatto scontato, quel che serve è trovare una modalità condivisa che consenta di lottare tutti assieme».
Oltre che a Bologna, cortei in tutti i principali centri della regione: Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Ferrara, Imola, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.

Bolzano, solidarietà anche dal sindacato etnico tedesco Asgb

Cinquecento persone in piazza con la Cgil per lo sciopero generale contro la manovra. Operai, della zona industriale, ma anche impiegati degli enti pubblici, precari e tantissimi giovani. Alla protesta ha aderito anche il sindacato etnico tedesco Asgb (Autonomer Südtiroler Gewerkschaftsbund). Presidio davanti alla sede della Uil del gruppo dei delegati della funzione pubblica che hanno incrociato le braccia nonostante la contrarietà all'astensione del lavoro da parte del loro sindacato di riferimento. 

Cagliari e Sassari: «È ora di mandare tutti a casa»

Circa 4 mila in corteo a Cagliari da piazza Garibaldi per la manifestazione organizzata dalla Cgil anche in Sardegna, nelle principali città delle otto province, contro la manovra del governo. Mobilitazione ampia anche a Sassari e Nuoro. A Cagliari ad aprire il corteo, diretto in piazza del Carmine sono stati i lavoratori della funzione pubblica, i pensionati e i rappresentanti del mondo della scuola e dell'università.
Alla manifestazione promossa dalla Camera del lavoro hanno aderito anche molti partiti politici e in corteo hanno sfilato tra gli altri, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il presidente della Provincia Graziano Milia.
A SASSARI PROTESTANO IN 3 MILA. Circa 3 mila persone hanno partecipato alla manifestazione a Sassari. Ha aperto gli interventi il segretario generale della Camera del Lavoro Antonio Rudas: «È ora di mandare tutti a casa. Hanno distrutto il nostro territorio e tradito
gli impegni presi. I nostri lavoratori continuano a perdere lavoro e diritti ed è arrivato il momento che ci mobilitiamo per dimostrare che non vogliamo più una classe politica incapace. Ora saremo noi a licenziare loro». Un migliaio in piazza a Nuoro. 

Firenze: «Nella manovra mancano norme per la crescita e lo sviluppo»

Oltre 10 mila persone al corteo di Firenze. I manifestanti si sono riuniti in piazza dei Cavalleggeri. In piazza anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci.
«Le ragioni per essere in piazza sono molteplici», ha scritto Rossi sulla sua pagina Facebook «dai tagli al trasporto pubblico locale alla sanità, fino all'attacco ai diritti dei lavoratori. E poi in tutta la manovra mancano norme per la crescita e lo sviluppo. Occorre cambiare non solo la manovra ma anche il governo: e il prima possibile».
«RICOSTRUIRE UNA PROPRIA IDENTITÀ». Per il governatore «c'è chi aveva dei dubbi sulla scelta della Cgil, invece questa manifestazione è bella e grande, hanno fatto bene. L'adesione dei lavoratori e delle istituzioni qui in Toscana è il tentativo di ricostruire una propria identità rispetto a quello che ci viene prospettato da anni in termini di perdita di coesione e servizi: questa risposta è già un patrimonio assoluto, continueremo ad alimentare il senso di comunità». Rossi ha ribadito che è previsto che vada in giro per la Toscana per «spiegare cosa significa questa manovra, i tagli e anche far sapere alla gente che si può ancora fare diversamente».

Genova: «Berlusconi può fare solo una cosa, andarsene»

Due i cortei a Genova: uno è partito dal terminal traghetti, l'altro - dell' impiego pubblico - da Brignole. «Manifestazione molto sentita» ha detto il sindaco Marta Vincenzi. «I genovesi sono preoccupati e sono qui per testimoniare che solo aumentando gli investimenti pubblici e aiutando lo stato sociale possiamo farcela. Il governo ha negato la crisi per cinque anni e realizzato una manovra assurda in quattro giorni».
Al corteo ha preso parte anche il presidente del Copasir Massimo D'Alema che ha attaccato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: «Per il bene del Paese può fare una sola cosa: andarsene. Il governo ormai si fonda solo su accordi di potere non trasparenti».

Mestre, la protesta si muove dalla Mostra del Cinema di Venezia

Decine di migliaia di lavoratori hanno partecipato a Mestre alla manifestazione regionale nell'ambito dello sciopero della Cgil contro la manovra anti-crisi del governo. Secondo il sindacato,si sono stimate 40 mila presenze. Solo il corteo partito da Venezia, in cui c'erano anche esponenti del mondo dello spettacolo giunti dalla Mostra del Cinema, era formato da non meno di 10 mila lavoratori.
Per il segretario della Cgil del Veneto, Emilio Viafora, si tratta dello sciopero più partecipato degli ultimi anni in regione. La Cgil di Treviso ha confermato che in molte fabbriche della provincia della Marca hanno aderito allo sciopero anche delegati sindacali di Cisl e Uil, che tuttavia non sono presenti in piazza.

Milano, Piazza Affari blindata e lancia di uova contro la polizia

«No alla manovra del Governo, sì alla crescita, equità, occupazione e futuro per i giovani». Questo il senso del corteo di Milano. In testa il segretario della Camera del lavoro Onorio Rosati: «Vogliamo contrastare la manovra del governo. È sbagliata e iniqua, non aiuta e non favorisce il rilancio dell'occupazione e che colpisce sempre più gli stessi».
Due comunque i cortei che si sono mossi per le strade del capoluogo lopmbardo: uno della Cgil e un altro degli studenti e dei sindacati di base. Attimi di ten sione quando i cancelli di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa, sono stati sbarrati. Nella piazza simbolo della finanza italiana sono arrivati circa 500 manifestanti per una protesta tranquilla. In piazza San Babila, lanci di uova contro lo schieramento di polizia in assetto antisommossa che ha bloccato l'accesso a corso Vittorio Emanuele II.

Napoli: otto agenti di polizia feriti

«Libertà per i lavoratori marittimi sequestrati». È lo striscione che ha aperto il corteo di Napoli, partito da piazza Mancini. È sorretto dai familiari dei componenti dell'equipaggio della petroliera Savina Caylyn, da sei mesi prigionieri dei pirati in Somalia. Poi i gonfaloni dei Comuni di Napoli (presente il vicesindaco Tommaso Sodano), Portici e Casoria.
Aspri tafferugli sono in corso davanti alla sede del Comune. Tensione e scontri sotto al comune di Napoli. Sono stati esplosi dei grossi petardi e una persona è rimasta ferita a un piede. Uno studente è stato portato in questura. Gli scontri sono avvenuti con frange di un corteo alternativopartito da piazza Cavour formato da disoccupati e Cobas estranei alla Cgil. Uova e petardi sono stati lanciati contro gli agenti davanti alla sede della Banca d'Italia in piazza Municipio.
CARICHE CONTRO LE FORZE DELL'ORDINE. La polizia ha caricato gli aggressori: otto agenti di polizia sono rimasti feriti nel corso degli scontri. Uno di loro, in condizioni più gravi, è stato ricoverato ma non corre alcun pericolo. I ferimenti sarebbero stati causati dall'esplosioni dello scudo di un poliziotto causato dal lancio di cinque grossi petardi e da mazze di bandiera. Il fermato, V.M. 22 anni di Ponticelli, è stato arrestato e probabilmente è previsto che venga giudicato marcoledì 7 settembre per direttissima.

Palermo: «Il governo è allo sbando»

«Ancora una volta i moniti della Comunità europea indicano che abbiamo un governo allo sbando e non credibile. Con lo sciopero si chiede un cambiamento e serietà di fondo nel rispetto del Paese». Parole di Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, a Palermo durante la manifestazione della Cgil. In piazza Croci, nel centro cittadino,anche le tute blu della Fiat di Termini e di Fincantieri. «Bisogna cancellare le norme che mettono in discussione il contratto nazionale, lo Statuto dei lavoratori e i diritti» ha aggiunto Landini «che non c'entrano con la crisi e che puntano a fare diventare il modello Fiat un modello per il Paese».
TENSIONI IN CENTRO. Momenti di tensione quando il corteo organizzato dal sindacalismo di base, con la partecipazione di studenti medi, universitari, precari e centri sociali, è arrivato nei pressi di piazza Verdi dove si trovano i manifestanti della Cgil impegnati nello sciopero contro la manovra. Davanti al teatro Massimo, infatti, è fissato il comizio del leader della Fiom Maurizio Landini.
I poliziotti hanno fermato il corteo e hanno contattato i responsabili locali del sindacato perché dessero l'assenso all'ingresso nella piazza: il via libera è presto giunto. Del resto, alcuni rappresentanti degli autonomi hanno spiegato che loro intenzione non era contestare la Cgil, bensì Cisl e Uil. Lanci di uova contro la vicina sede della Mondadori.
AEROPORTO NEL CAOS. È caos all'aeroporto Falcone-Borsellino: cancellati 16 voli in arrivo e in partenza. Alcune compagnie hanno staccato regolarmente i biglietti, ma i passeggeri al momento dell'imbarco sono stati bloccati mentre i bagagli sono stati caricati negli aerei fermi in pista. La Torre di controllo ha dato l'autorizzazione soltanto ai veivoli garantiti, il cui elenco è pubblicato sul sito dell'Enac.
BANDIERE DI CISLE UIL BRUCIATE. Un gruppo di autonomi, che ha preso parte al corteo organizzato dal sindacalismo di base, ha bruciato bandiere di Cisl e della Uil: «Non c'è posto per gli infami Bonanni e Angeletti. Non c'è spazio per sindacati venduti nel tempo della crisi» hanno affermato gli esponenti di 'Spezzone sociale'.

Roma, a piazza Navona l'Usb pianta le tende

Nella capitale il corteo è partito da piazza dei Cinquecento, aperto dai taxi e colorato di bandiere rosse del sindacato. «Abbattiamo il muro della crisi», si leggeva su uno degli striscioni iniziali. Tra i partecipanti, il segretario generale Cgil Susanna Camusso e quello della sezione Roma e Lazio, Claudio Di Berardino. Chiusi il Colosseo, il Foro Romano, la Galleria d'arte moderna, Villa Borghese. Secondo dati Cgil, non operative anche tutte le sale operatorie del San Carlo, il 70% dell’ospedale San Filippo Neri e, solo nel quadrante nord della Capitale, almeno 15 nidi pubblici.
Sono almeno nove le tende da campeggio azzurre montate dai manifestanti davanti allo sbarramento di polizia, rivolte verso palazzo Madama. Gli agenti indossano caschi e scudi di protezione. Tutte le strade che portano al Senato sono state bloccate dalle forze dell'ordine. Non è consentito alcun accesso a palazzo Madama, né da Corso Vittorio Emanuele, né da piazza delle Cinque Lune; entrambi i varchi sono sotto la stretta vigilanza di polizia e carabinieri.
LA CARICA DEI 20 MILA. Agenti e camionette delle forze dell'ordine hanno blindato la 'zona rossa' del centro storico chiudendo via del Corso e via del Plebiscito. Con piazza Venezia chiusa al traffico, il traffico su via Nazionale e le strade limitrofe è in tilt. Ripercussioni anche sul Lungotevere.
A Roma sono scese in piazza con l'Usb «20 mila persone». A fine corteo a fornire i numeri della protesta è il segretario generale Unicobas, Stefano D'Errico.
LANCI DI UOVA E VERNICE. I manifestanti, dopo il lancio di uova e vernice contro la sede del Dipartimento della funzione pubblica, hanno acceso un fumogeno blu all'ingresso del palazzo di corso Vittorio e lasciato un fallo gigante arancione con le foto di Berlusconi, Sacconi e Brunetta. Sul fallo la scritta: «I diritti non si toccano». Uova e vernice rossa sono stati lanciati contro la sede dell'Abi da alcuni manifestanti del corteo dell'Usb, all'altezza di via delle Botteghe Oscure. I manifestanti hanno colpito il portone, le insegne ed anche le finestre degli uffici dell'Abi. Il corteo sta proseguendo verso piazza Navona.
LE BANCHE NEL MIRINO. Lancio di uova e petardi contro il palazzo del Dipartimento funzione pubblica della presidenza del Consiglio da parte di alcuni manifestanti del corteo Usb. Uova e vernice rossa anche contro la sede della Deutsche bank di Largo Argentina. Su una vetrina della banca qualcuno ha scritto in arancione 'Nazionalizzare le banche'.

Torino, No Tav presente. «Manovra sbagliata e ingiusta»

Il Piemonte, almeno quello targato Cgil, ha incrociato le braccia ed è sceso in piazza, a Torino come in tutti i capoluoghi di provincia. E lo ha fatto con un unico obiettivo: gridare forte che quella che il Parlamento sta elaborando è una manovra «sbagliata e ingiusta», come la definisce il segretario regionale, Alberto Tomasso. Perché, ha spiegato il sindacalista, «chiede sacrifici ai soliti noti, cioè ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, aumenta le tasse ai cittadini imponendo tagli agli enti locali e affronta i problemi dello Stato senza spendere una sola parola sul come far uscire il Paese dalla crisi».
A Torino la facciata della sede della Banca d'Italia è stata imbrattata con vernice rossa contenuta nelle uova di plastica scagliate da manifestanti dell’Usb. Prima del lancio i dimostranti, che facevano parte di un altro corteo rispetto a quello ufficiale della Cgil, hanno indossato camici verdi mimando il prelievo di sangue dalle loro braccia.
Nella capitale piemontese concentramento in Piazza Vittorio con Donata Canta, leader della Cgil torinese. Ad aprire il corteo lo striscione «il vostro conto non lo paghiamo, cambiate menu» e un furgone coperto di cartelli con il «menu del governo»; «Sanità tritata, pensione flambè, affogato al ceto medio-basso». Trecento «giovani non più disposti a tutto» hanno indossato cartelli su fisco, lavoro e pensioni.
LA MOBILITAZIONEDEI 10 MILA. Secondo la Questura  sono scesi in piazza 10 mila i torinesiazza, mentre gli organizzatori dicono che non daranno cifre neppure alla fine della manifestazione. La componente funzione pubblica è la più consistente. C'è un gruppo di lavoratori della Filp il sindacato della Polizia, seguono Flc Scuola, Filcams Commercio, Filt Trasporti. A chiudere il corteo una decina di bandiere No Tav con diverse altre sparse lungo il serpentone.
Martedì, 06 Settembre 2011

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