Lasciano all'Italia più soldi di quanti ne ricevono in servizi e spese sostenute a loro favore. Hanno permesso di risanare il bilancio dell'Inps e di garantire così le pensioni future degli italiani. Contribuiscono per l'11 per cento al Pil e versano ogni anno un miliardo di euro di tasse. Cosa potremmo desiderare di più dagli immigrati? Il quadro che emerge dal dossier Caritas-Migrantes sull'immigrazione 2010 ha tutti gli ingredienti per sfatare molti miti che sono alla base di pregiudizi, paure e chiusura, che ancora caratterizzano in parte l'atteggiamento degli italiani.
Sono 4 milioni e 919 mila; un numero aumentato di 20 volte in 20 anni. Sono concentrati primariamente in Lombardia (23 per cento), poi in Lazio (11,8), Veneto (11,3) ed Emilia-Romagna (10,9). Si radicano sempre di più, tanto che crescono anche i matrimoni misti, arrivando ad un decimo del totale. Sono indispensabili per eseguire molti lavori disdegnati dai nostri connazionali, ma da questi dati si capisce che senza gli immigrati saremmo nei guai, anche per il ruolo di riequilibrio demografico che essi svolgono: in un Paese che invecchia sempre di più, consentono di limitare i problemi di sostenibilità del sistema sanitario e di quello previdenziale.
Il rapporto punta molto l'accento sulla relazione tra immigrazione e crisi economica. "Nel 2009, a causa degli effetti negativi della crisi mondiale, non solo si è ridotto l’afflusso degli immigrati, ma anche molti di essi sono stati licenziati e in parte costretti a lasciare il paese o ad entrare nell’irregolarità", precisano Vittorio Nozza, Giancarlo Perego ed Enrico Feroci, curatori del dossier per la Caritas. "Gli immigrati hanno catalizzato i malumori, quasi fossero loro all’origine di questi mali, che invece hanno altre cause. È piuttosto il nostro sistema economico, a trovarsi in difficoltà. In tale contesto, l’occupazione degli stranieri è aumentata solo in quei settori produttivi considerati non appetibili dagli italiani". "Alla luce dei dati" – conclude il rapporto dell'organizzazione cattolica – "ci dobbiamo chiedere se gli immigrati, che contribuiscono alla produzione del prodotto interno lordo per l’11,1 per cento, siano il problema o non piuttosto un contributo per la sua soluzione".
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