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domenica 5 settembre 2010

Al Lido gli schiavi di Rosarno "Sangue verde", finale di speranza

Locandina del documentario

Andrea Segre dedica una documentario ai braccianti immigrati protagonisti della rivolta di due anni e mezzo fa. I lavoratori feriti, la caccia all'uomo, l'espulsione a forza di duemila persone dalla città. Applausi e emozione alla fine della proiezione. In onda su RaiTre il 15 settembre



VENEZIA - I ragazzi di Rosarno sono qui, alla Mostra. Abraham, Costa d'Avorio, volto allungato, ringrazia ogni volta che finisce un concetto: "Al Lido di Venezia ho visto gente ben vestita e belle ville, ma quello che sono venuto a fare io è molto più importante". E' venuto a raccontarsi. Seduto al suo fianco, in un giardino liberty del Lido, c'è Zongo, un incredibile viaggio dal Burkina Faso a Lampedusa, quindi a Rosarno. Ha guidato i cortei contro gli schiavisti della campagna calabrese e ora, gli occhi che s'intravvedono attraverso la fessura delle palpebre, assicura: "A Rosarno ci torno, ma non accetterò più di raccogliere arance per 25 euro al giorno". Il Sangue Verde di Andrea Segre, proiettato alla Sala Volpi della Mostra di Venezia, è un documentario che ci ricorda, due anni e mezzo dopo le prime rivolte di Rosarno, otto mesi dopo i tre braccianti neri feriti e la successiva caccia all'uomo, l'espulsione a forza di duemila immigrati da una città, che il nostro paese spende 350 milioni l'anno per cacciare i clandestini e solo 150 milioni in politiche di integrazione.

Gli applausi a fine proiezione li hanno emozionati, e tutti, che dell'Italia prima di partire sapevano solo fosse il paese campione del mondo, ora si chiedono che gliel'ha fatto fare quel viaggio impossibile: "Quasi tutti noi siamo passati dalla Libia, e lì ci siamo stati trattati come bestie". Poi è arrivata l'Italia, è arrivato Rosarno: "Io non ho partecipato alle manifestazioni, per me che vengo da un paese i guerra gli spari, anche quelli dei petardi a Natale, sono suoni che non vogliamo più sentire" spiega Kalifa, viene dalla Costa d'Avorio. "In Africa non avevo mai dormito a terra", racconta Amadou, salito dal Senegal, qui l'ho dovuto fare, in una stalla senza tetto. E poi, dopo che ci hanno cacciati, di nuovo alla stazione Termini di Roma. Non m'immaginavo il paradiso, ma questo era l'inferno". 

Sangue Verde, che sarà trasmesso da RaiTre mercoledì 15 settembre, chiude con un finale di speranza: trenta schiavisti arrestati nello scorso aprile, la musica gioia dei Kalifoo Ground Sound System dedicata a fratelli feriti a Rosarno. Ma anche a tutti quelli che dopo i moti sono stati portati nei centri di espulsione di Napoli e Bari. Rilasciati, sei mesi dopo, con un foglio di via in mano e un'unica prospettiva di sopravvivenza, tornare nei campi di Rosarno. (04 settembre 2010) 

La Repubblica.it Venezia

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