Saremo travolti dal grido senza voce dei morti rigettati sull' altra sponda
ROMA - Monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni, Claudio Magris ha scritto sul Corriere che «i morti in mare non commuovono più», che c' è «assuefazione» alle tragedie dei migranti. «L' assuefazione non è più solo un rischio, parlerei di cloroformizzazione, che è un po' la falsa difesa della coscienza che allontana da sé questi problemi, sull' onda magari dell' emergenza di problemi più domestici, che pur essendo meno drammatici ci preoccupano di più». Magris sostiene che qui è in gioco il cuore della democrazia... «Certamente, perché con questa assuefazione emerge una crisi che è insieme religiosa e civile, di communitas, di civitas. Tutta la nostra civiltà occidentale, greco-romana e cristiana, si basa sul rispetto per la persona umana: in questo senso siamo tutti messi alla prova». Ci spieghi... «Se il mare nostrum, il mare dove è nata e cresciuta la nostra civiltà, diventa un cimitero nella nostra indifferenza, saremo travolti dal grido senza voce dei morti rigettati sulle sue sponde: quelle da cui i disperati partono (spinti magari da regimi che vogliono creare una pressione su di noi) e le nostre. L' assuefazione a quei morti è una barbarie per tutti: ci imbarbarisce tutti, avendo buon gioco di quell' ideologia stupida del cosiddetto scontro di civiltà. Ed è grazie a questa barbarie che i trafficanti di essere umani riescono ad attecchire sia di là che di qua. In questo senso l' intervento del capo dello Stato ci indica l' altezza morale che tutti dobbiamo avere. Pochi giorni fa papa Benedetto XVI ha usato parole molte nette sul dovere dell' accoglienza. È urgente uno scatto che sia insieme civile, morale e religioso nei confronti dei nostri vicini di casa». La democrazia o è morale o non è? «Gli studiosi più attenti dei processi democratici come il tedesco Böckenförde hanno dimostrato che una democrazia senza i valori morali fondanti diventa un guscio vuoto e pericoloso perché facilmente può essere riempito dall' autoritarismo».
M.Antonietta Calabrò
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