''L'Europa ha bisogno di rafforzare le regole esistenti e non di minarle, il trattato di Schengen lo difendo con le unghie e con i denti ma puo' avere dei punti deboli che possono essere migliorati, per questo discuteremo la prossima settimana la valutazione di una clausola di sospensione su base di criteri limitati''. E' questo il senso della comunicazione sulla politica di migrazione adottata oggi dalla Commissione europea e illustrata dalla Commissaria per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom.
La comunicazione della Commissione servira' come base per il dibattito che avra' luogo in occasione del Consiglio straordinario Giustizia e Affari Interni convocato per il 12 maggio, dibattito a cui seguiranno le discussioni in materia di migrazione nell'ambito del Consiglio europeo del 24 giugno. Bruxelles ha deciso di puntare su tre filoni: la possibilita' che le frontiere esterne possano essere controllate meglio attraverso Frontex, la possibilita' di aiuti economici per la gestione delle emergenze umanitarie e il rafforzamento del trattato Schengen sulla libera circolazione delle persone nei paesi Ue.
A questo proposito la Malmstrom ha sottolineato come Schengen sia ''un successo meraviglioso da difendere'' evidenziando pero' che ''puo' essere migliorato con una migliore attuazione da parte degli Stati membri'' e che ci puo' essere ''l'introduzione eventuale di una sospensione nel caso di situazioni molto specifiche''. Un'introduzione, ha spiegato il portavoce della Commissione, Michele Cercone, che ''non e' poi una novita' assoluta visto che gli articoli 21 e 23 dello 'Schengen Border Code' gia' ammettono il ripristino dei controlli per necessita' di sicurezza o di ordine pubblico, come e' avvenuto per esempio in Germania durante i mondiali di calcio''. Tutta la discussione ruota intorno al massiccio arrivo di circa 25 mila migranti sulle coste europee (praticamente a Lampedusa e Malta) dopo le rivoluzioni nel Nord Africa, il tentativo di questi ultimi di superare, senza successo, le frontiere italiane di Ventimiglia e la concessione di permessi temporanei da parte delle autorita' del Belpaese. Un quadro che ha portato attriti tra l'Italia e la Francia e la successiva richiesta del premier Silvio Berlusconi e del presidente Nicolas Sarkozy di eventuali riforme da attuare al trattato. La commissaria pero' ha tenuto a precisare che i 25 mila arrivi sulle coste italiane ''sono molti ma nella storia ci sono stati arrivi ben piu' importanti'' ricordando che in ogni caso l'Unione europea ''deve rispettare la propria vocazione a rappresentare un rifugio per coloro che necessitano di protezione e, al tempo stesso, dimostrare solidarieta' sia ai paesi nordafricani che stanno accogliendo la maggior parte dei migranti provenienti dalla Libia, sia a quegli Stati membri che si trovano ad affrontare i flussi piu' intensi di migranti via mare''.
Da parte sua, il portavoce della Commissione presentando la ''possibilita' di introdurre dei controlli alle frontiere interne nell'ambito del trattato Schengen di fronte a una situazione ingestibile'' ha ricordato che ad oggi ''i controlli alle frontiere avvengono solo per la sicurezza pubblica e l'ordine pubblico, in caso di eventi prevedibili o imprevedibili''. In questo quadro l'idea della Commissione e' di agire su due fronti: ''Da un lato con una 'valvola di sicurezza' e dall'altro agendo sulla governance, come, dove e quando viene applicata questa regola e chi controlla''.
Insomma, ha concluso il portavoce, ''prima bisogna circoscrivere l'incendio, domarlo e poi ripristinare la situazione''. E proprio su questo nodo si gioca anche il ''grande equivoco'' che, secondo Cercone, e' sorto tra Roma e Parigi: ''Quella della Francia e' stata una misura durata alcune ore per motivi di ordine pubblico''. La Francia ''ha interrotto la tratta ferroviaria, ma le autostrade sono rimaste aperte, e lo ha fatto solo per evitare che i manifestanti di Ventimiglia potessero finire sui binari''. La discussione sull'immigrazione comunque e' tutt'altro che conclusa e il prossimo appuntamento e' con il Consiglio straordinario Giustizia e Affari Interni convocato per il 12 maggio.
DA SCHENGEN AL PARTENARIATO PAESI, ECCO LA COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE UE.
Un approccio strategico per i rapporti con i paesi terzi in materia di migrazione, controlli rafforzati alle frontiere e governance Schengen, il completamento del sistema europeo comune di asilo, una migrazione legale piu' mirata e lo scambio delle migliori prassi per garantire un'integrazione riuscita dei migranti.
Sono questi i punti principali contenuti della Comunicazione adottata oggi dalla Commissione europea e illustrata da Cecilia Malmstrom, commissaria responsabile degli Affari interni, per una strategia globale piu' strutturata e in grado di garantire una risposta rapida dell'Ue alle sfide e alle opportunita' derivanti dalla migrazione, non da ultimo in considerazione degli avvenimenti attualmente in corso nell'area del Mediterraneo.
La comunicazione della Commissione servira' come base per il dibattito che avra' luogo in occasione del Consiglio straordinario Giustizia e affari interni convocato per il 12 maggio, dibattito a cui seguiranno le discussioni in materia di migrazione nell'ambito del Consiglio europeo del 24 giugno. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi seguiranno misure di accompagnamento, in particolare un ''pacchetto migrazione'' da presentare per l'adozione da parte del Collegio dei Commissari il 24 maggio. In particolare, la Commissione propone il completamento del sistema europeo comune di asilo entro il 2012, in linea con i valori fondamentali e gli obblighi internazionali dell'Unione; controlli rafforzati alle frontiere e governance Schengen per affrontare l'immigrazione irregolare, garantire che ciascuno Stato membro controlli efficacemente la propria parte delle frontiere esterne dell'Unione in linea con il disposto e lo spirito delle norme dell'Ue, ed aumentare la fiducia nell'efficacia del sistema Ue di gestione della migrazione; un'immigrazione legale piu' mirata nell'Ue, volta a facilitare l'arrivo di persone dotate delle competenze necessarie per contribuire a colmare le previste carenze di manodopera e di personale qualificato nell'Ue e ad ovviare al previsto declino demografico della popolazione attiva; condivisione delle migliori pratiche nelle strategie adottate dagli Stati membri per l'integrazione degli immigranti legali nell'Ue, in modo tale da garantire la massimizzazione dei vantaggi economici dell'immigrazione e assicurare l'armonia sociale nell'Unione e un approccio strategico ai rapporti con i paesi terzi sulle questioni relative alla migrazione, allo scopo di facilitare il movimento delle persone grazie a migliori possibilita' di migrazione legale, unitamente a misure volte a prevenire la migrazione irregolare.
Questo, ha spiegato il portavoce della Commissione, Michele Cercone, ''e' il punto fondamentale della Comunicazione: il lavoro e il partenariato con i paesi terzi e' il vero colpo d'ali per affrontare la situazione in questi paesi. E' infatti con loro che bisogna lavorare per avere un intervento efficicace''. E poi ''una politica di vicinato che sostenga la crescita per cui Barroso, per il periodo 2011-2013, ha stanziato 4 miliardi di euro per i Paesi vicini del Sud del Mediterraneo''. Infine, e' importante anche il discorso della ''reinstallazione'' degli immigrati. Cercone ha snocciolato alcuni dati ricordando che nel 2010 5 mila rifugiati sono stati ''reinstallati'' in Ue, negli Stati Uniti sono stati 75mila. ''Una politica di 'reinstallazione' e' fondamentale per aiutare i libici, cosi' come venne fatto con gli iracheni''.
PPE A CONFRONTO, ''RICOSTRUIRE PARTENARIATO MA FATTI CONCRETI''. E BUZEK INVITA A RIPENSARE LE POLITICHE DI VICINATO
Ricostruire un partenariato solido nel Mediterraneo e dare una risposta alla crisi nel mondo arabo e nel Nord Africa.
Anche di questo si e' discusso oggi, a Palermo, durante le Giornate di studio del gruppo Ppe al Parlamento europeo.
Cosi', nel giorno in cui la commissaria europea agli Affari interni, Cecilia Malmstrom, presentando il documento elaborato dall'esecutivo di Bruxelles su una politica comune per l'immigrazione, chiede agli Stati membri dell'Ue di non lasciare soli i Paesi colpiti dai flussi migratori provenienti dal Nord Africa, il Partito popolare europeo si ferma a riflettere sul ruolo che sta avendo l'Ue, nel pieno dell'emergenza profughi, e su quello che potra' adottare per garantire un futuro di pace e stabilita'.
Il Ppe, in linea di principio, non si discosta molto da quanto sostenuto dalla Malmstron, sull'importanza del trattato di Schengen. ''Mettere in crisi il sistema Schengen sarebbe fallimentare e assurdo'', e' la linea che emerge dal dibattito. Anche se, secondo alcuni suoi componenti, bisogna ''rilanciare la politica europea sull'immigrazione e rivedere il problema dell'insediamento, con il Ppe che deve avere un ruolo da protagonista''. E infatti, per il presidente del gruppo Ppe, Joseph Daul, la liberta' di circolazione sancita dal trattato di Schengen non e' in discussione, al massimo possono esserci ''adattamenti''.
Sull'emergenza immigrazione non mancano, pero', note polemiche. La strada da compiere per arrivare davvero a un partenariato tra gli Stati membri dell'Ue e' ancora tanta, ''ci sono punti da rivedere'', proprio sulla base degli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto i Paesi del Mediterraneo e che hanno creato frizione all'interno dell'Ue, con i Paesi come Italia e Malta che subiscono gli sbarchi e rivendicano il sostegno dei partner.
''In queste settimane abbiamo visto sempre meno Europa, abbiamo bisogno di fatti e di azioni concrete, di scelte corali evitando chiusure in avanti'', puntualizzano alcuni membri del Ppe. Per questo, sottolinea il presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, ''occorre una maggiore solidaritea' da parte dei paesi nordeuropei. C'e' una responsabilita' comune di tutta l'Unione europea nei confronti dei problemi dell'immigrazione, tutti gli stati Ue hanno questo problema'' ed a livello comunitario ''bisogna rafforzare Frontex''.
Mario Mauro, presidente dei deputati Pdl al Parlamento europeo, aprendo le Giornate di studio del gruppo Ppe, parla senza mezzi termini: ''Nel Mediterraneo stanno avvenendo dei cambiamenti epocali e per questa ragione l'Europa deve dotarsi di una strategia politica unitaria per rispondere a queste sfide. Il Mediterraneo e' strategico per l'Unione europea. Oggi l'Europa sembra smarrita davanti al Mediterraneo in fiamme. Incapace di rispondere in termini politici alle rivolte in atto''.
Joseph Daul, presidente del Ppe al Parlamento europeo, esprime a nome del suo gruppo la solidarieta' all'Italia sull'immigrazione, sottolineando la necessita' di una politica veramente europea e ricordando che la scelta di Palermo e della Sicilia non e' stata casuale. Ma dimostra, anzi, l'attenzione per quanto sta accadendo nel bacino del Mediterraneo.
Per rispondere a chi sottolinea come dall'Ue non ci sia stata piena solidarieta' nei confronti dei Paesi che hanno subito l'emergenza immigrati, Orban, primo ministro dell'Ungheria e presidente semestrale del Consiglio Ue, assicura: ''Nella seconda meta' di giugno ci sara' un vertice europeo sugli immigrati. E in quella sede adotteremo una risoluzione comune''. Sempre Orban ha fatto una distinzione tra ''rifugiati politici e migranti economici'': solo i primi ''vanno accolti, perche' questa e' la chiave della democrazia''. L'immigrazione economica spesso invece ''e' illegale''.
Dobbiamo ''immaginare un'Europa fondata sul lavoro'', conclude.
L'Europa, ha invece proposto il primo ministro maltese, Lawrence Gonzi, dovrebbe ''essere piu' flessibile sui visti agli studenti, sui viaggi d'affari e sulla migrazione legale come quella dei lavoratori stagionali''.
Buzek ha poi invocato un ripensamento della politica europea del vicinato che insista su una maggiore cooperazione economica e sostenga i processi democratici del nord Africa.
Gli ha fatto eco Orban, secondo il quale ''se la nuova leadership non sara' in grado di offrire la soluzioni ci saranno sempre scontenti. Dobbiamo agire il prima possibile''.
La comunicazione della Commissione servira' come base per il dibattito che avra' luogo in occasione del Consiglio straordinario Giustizia e Affari Interni convocato per il 12 maggio, dibattito a cui seguiranno le discussioni in materia di migrazione nell'ambito del Consiglio europeo del 24 giugno. Bruxelles ha deciso di puntare su tre filoni: la possibilita' che le frontiere esterne possano essere controllate meglio attraverso Frontex, la possibilita' di aiuti economici per la gestione delle emergenze umanitarie e il rafforzamento del trattato Schengen sulla libera circolazione delle persone nei paesi Ue.
A questo proposito la Malmstrom ha sottolineato come Schengen sia ''un successo meraviglioso da difendere'' evidenziando pero' che ''puo' essere migliorato con una migliore attuazione da parte degli Stati membri'' e che ci puo' essere ''l'introduzione eventuale di una sospensione nel caso di situazioni molto specifiche''. Un'introduzione, ha spiegato il portavoce della Commissione, Michele Cercone, che ''non e' poi una novita' assoluta visto che gli articoli 21 e 23 dello 'Schengen Border Code' gia' ammettono il ripristino dei controlli per necessita' di sicurezza o di ordine pubblico, come e' avvenuto per esempio in Germania durante i mondiali di calcio''. Tutta la discussione ruota intorno al massiccio arrivo di circa 25 mila migranti sulle coste europee (praticamente a Lampedusa e Malta) dopo le rivoluzioni nel Nord Africa, il tentativo di questi ultimi di superare, senza successo, le frontiere italiane di Ventimiglia e la concessione di permessi temporanei da parte delle autorita' del Belpaese. Un quadro che ha portato attriti tra l'Italia e la Francia e la successiva richiesta del premier Silvio Berlusconi e del presidente Nicolas Sarkozy di eventuali riforme da attuare al trattato. La commissaria pero' ha tenuto a precisare che i 25 mila arrivi sulle coste italiane ''sono molti ma nella storia ci sono stati arrivi ben piu' importanti'' ricordando che in ogni caso l'Unione europea ''deve rispettare la propria vocazione a rappresentare un rifugio per coloro che necessitano di protezione e, al tempo stesso, dimostrare solidarieta' sia ai paesi nordafricani che stanno accogliendo la maggior parte dei migranti provenienti dalla Libia, sia a quegli Stati membri che si trovano ad affrontare i flussi piu' intensi di migranti via mare''.
Da parte sua, il portavoce della Commissione presentando la ''possibilita' di introdurre dei controlli alle frontiere interne nell'ambito del trattato Schengen di fronte a una situazione ingestibile'' ha ricordato che ad oggi ''i controlli alle frontiere avvengono solo per la sicurezza pubblica e l'ordine pubblico, in caso di eventi prevedibili o imprevedibili''. In questo quadro l'idea della Commissione e' di agire su due fronti: ''Da un lato con una 'valvola di sicurezza' e dall'altro agendo sulla governance, come, dove e quando viene applicata questa regola e chi controlla''.
Insomma, ha concluso il portavoce, ''prima bisogna circoscrivere l'incendio, domarlo e poi ripristinare la situazione''. E proprio su questo nodo si gioca anche il ''grande equivoco'' che, secondo Cercone, e' sorto tra Roma e Parigi: ''Quella della Francia e' stata una misura durata alcune ore per motivi di ordine pubblico''. La Francia ''ha interrotto la tratta ferroviaria, ma le autostrade sono rimaste aperte, e lo ha fatto solo per evitare che i manifestanti di Ventimiglia potessero finire sui binari''. La discussione sull'immigrazione comunque e' tutt'altro che conclusa e il prossimo appuntamento e' con il Consiglio straordinario Giustizia e Affari Interni convocato per il 12 maggio.
DA SCHENGEN AL PARTENARIATO PAESI, ECCO LA COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE UE.
Un approccio strategico per i rapporti con i paesi terzi in materia di migrazione, controlli rafforzati alle frontiere e governance Schengen, il completamento del sistema europeo comune di asilo, una migrazione legale piu' mirata e lo scambio delle migliori prassi per garantire un'integrazione riuscita dei migranti.
Sono questi i punti principali contenuti della Comunicazione adottata oggi dalla Commissione europea e illustrata da Cecilia Malmstrom, commissaria responsabile degli Affari interni, per una strategia globale piu' strutturata e in grado di garantire una risposta rapida dell'Ue alle sfide e alle opportunita' derivanti dalla migrazione, non da ultimo in considerazione degli avvenimenti attualmente in corso nell'area del Mediterraneo.
La comunicazione della Commissione servira' come base per il dibattito che avra' luogo in occasione del Consiglio straordinario Giustizia e affari interni convocato per il 12 maggio, dibattito a cui seguiranno le discussioni in materia di migrazione nell'ambito del Consiglio europeo del 24 giugno. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi seguiranno misure di accompagnamento, in particolare un ''pacchetto migrazione'' da presentare per l'adozione da parte del Collegio dei Commissari il 24 maggio. In particolare, la Commissione propone il completamento del sistema europeo comune di asilo entro il 2012, in linea con i valori fondamentali e gli obblighi internazionali dell'Unione; controlli rafforzati alle frontiere e governance Schengen per affrontare l'immigrazione irregolare, garantire che ciascuno Stato membro controlli efficacemente la propria parte delle frontiere esterne dell'Unione in linea con il disposto e lo spirito delle norme dell'Ue, ed aumentare la fiducia nell'efficacia del sistema Ue di gestione della migrazione; un'immigrazione legale piu' mirata nell'Ue, volta a facilitare l'arrivo di persone dotate delle competenze necessarie per contribuire a colmare le previste carenze di manodopera e di personale qualificato nell'Ue e ad ovviare al previsto declino demografico della popolazione attiva; condivisione delle migliori pratiche nelle strategie adottate dagli Stati membri per l'integrazione degli immigranti legali nell'Ue, in modo tale da garantire la massimizzazione dei vantaggi economici dell'immigrazione e assicurare l'armonia sociale nell'Unione e un approccio strategico ai rapporti con i paesi terzi sulle questioni relative alla migrazione, allo scopo di facilitare il movimento delle persone grazie a migliori possibilita' di migrazione legale, unitamente a misure volte a prevenire la migrazione irregolare.
Questo, ha spiegato il portavoce della Commissione, Michele Cercone, ''e' il punto fondamentale della Comunicazione: il lavoro e il partenariato con i paesi terzi e' il vero colpo d'ali per affrontare la situazione in questi paesi. E' infatti con loro che bisogna lavorare per avere un intervento efficicace''. E poi ''una politica di vicinato che sostenga la crescita per cui Barroso, per il periodo 2011-2013, ha stanziato 4 miliardi di euro per i Paesi vicini del Sud del Mediterraneo''. Infine, e' importante anche il discorso della ''reinstallazione'' degli immigrati. Cercone ha snocciolato alcuni dati ricordando che nel 2010 5 mila rifugiati sono stati ''reinstallati'' in Ue, negli Stati Uniti sono stati 75mila. ''Una politica di 'reinstallazione' e' fondamentale per aiutare i libici, cosi' come venne fatto con gli iracheni''.
PPE A CONFRONTO, ''RICOSTRUIRE PARTENARIATO MA FATTI CONCRETI''. E BUZEK INVITA A RIPENSARE LE POLITICHE DI VICINATO
Ricostruire un partenariato solido nel Mediterraneo e dare una risposta alla crisi nel mondo arabo e nel Nord Africa.
Anche di questo si e' discusso oggi, a Palermo, durante le Giornate di studio del gruppo Ppe al Parlamento europeo.
Cosi', nel giorno in cui la commissaria europea agli Affari interni, Cecilia Malmstrom, presentando il documento elaborato dall'esecutivo di Bruxelles su una politica comune per l'immigrazione, chiede agli Stati membri dell'Ue di non lasciare soli i Paesi colpiti dai flussi migratori provenienti dal Nord Africa, il Partito popolare europeo si ferma a riflettere sul ruolo che sta avendo l'Ue, nel pieno dell'emergenza profughi, e su quello che potra' adottare per garantire un futuro di pace e stabilita'.
Il Ppe, in linea di principio, non si discosta molto da quanto sostenuto dalla Malmstron, sull'importanza del trattato di Schengen. ''Mettere in crisi il sistema Schengen sarebbe fallimentare e assurdo'', e' la linea che emerge dal dibattito. Anche se, secondo alcuni suoi componenti, bisogna ''rilanciare la politica europea sull'immigrazione e rivedere il problema dell'insediamento, con il Ppe che deve avere un ruolo da protagonista''. E infatti, per il presidente del gruppo Ppe, Joseph Daul, la liberta' di circolazione sancita dal trattato di Schengen non e' in discussione, al massimo possono esserci ''adattamenti''.
Sull'emergenza immigrazione non mancano, pero', note polemiche. La strada da compiere per arrivare davvero a un partenariato tra gli Stati membri dell'Ue e' ancora tanta, ''ci sono punti da rivedere'', proprio sulla base degli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto i Paesi del Mediterraneo e che hanno creato frizione all'interno dell'Ue, con i Paesi come Italia e Malta che subiscono gli sbarchi e rivendicano il sostegno dei partner.
''In queste settimane abbiamo visto sempre meno Europa, abbiamo bisogno di fatti e di azioni concrete, di scelte corali evitando chiusure in avanti'', puntualizzano alcuni membri del Ppe. Per questo, sottolinea il presidente del Parlamento europeo, Jerzy Buzek, ''occorre una maggiore solidaritea' da parte dei paesi nordeuropei. C'e' una responsabilita' comune di tutta l'Unione europea nei confronti dei problemi dell'immigrazione, tutti gli stati Ue hanno questo problema'' ed a livello comunitario ''bisogna rafforzare Frontex''.
Mario Mauro, presidente dei deputati Pdl al Parlamento europeo, aprendo le Giornate di studio del gruppo Ppe, parla senza mezzi termini: ''Nel Mediterraneo stanno avvenendo dei cambiamenti epocali e per questa ragione l'Europa deve dotarsi di una strategia politica unitaria per rispondere a queste sfide. Il Mediterraneo e' strategico per l'Unione europea. Oggi l'Europa sembra smarrita davanti al Mediterraneo in fiamme. Incapace di rispondere in termini politici alle rivolte in atto''.
Joseph Daul, presidente del Ppe al Parlamento europeo, esprime a nome del suo gruppo la solidarieta' all'Italia sull'immigrazione, sottolineando la necessita' di una politica veramente europea e ricordando che la scelta di Palermo e della Sicilia non e' stata casuale. Ma dimostra, anzi, l'attenzione per quanto sta accadendo nel bacino del Mediterraneo.
Per rispondere a chi sottolinea come dall'Ue non ci sia stata piena solidarieta' nei confronti dei Paesi che hanno subito l'emergenza immigrati, Orban, primo ministro dell'Ungheria e presidente semestrale del Consiglio Ue, assicura: ''Nella seconda meta' di giugno ci sara' un vertice europeo sugli immigrati. E in quella sede adotteremo una risoluzione comune''. Sempre Orban ha fatto una distinzione tra ''rifugiati politici e migranti economici'': solo i primi ''vanno accolti, perche' questa e' la chiave della democrazia''. L'immigrazione economica spesso invece ''e' illegale''.
Dobbiamo ''immaginare un'Europa fondata sul lavoro'', conclude.
L'Europa, ha invece proposto il primo ministro maltese, Lawrence Gonzi, dovrebbe ''essere piu' flessibile sui visti agli studenti, sui viaggi d'affari e sulla migrazione legale come quella dei lavoratori stagionali''.
Buzek ha poi invocato un ripensamento della politica europea del vicinato che insista su una maggiore cooperazione economica e sostenga i processi democratici del nord Africa.
Gli ha fatto eco Orban, secondo il quale ''se la nuova leadership non sara' in grado di offrire la soluzioni ci saranno sempre scontenti. Dobbiamo agire il prima possibile''.
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