
Extracomunitari soccorsi davanti alle coste crotonesi e salentine. Altri vicino Gorizia. A Nizza: cinque tunisini respinti dalla Francia perchè senza soldi.
Lampedusa è tornata alla normalità e il flusso di migranti in partenza si è ridotto. Ma i trafficanti di uomini, gli sfruttatori dei viaggi della speranza adesso cercano altri approdi. Snobbando le Pelagie, i barconi hanno puntato la prua su Calabria, Puglia e persino Friuli. Trentatré extracomunitari sono stati soccorsi al largo della costa crotonese, trentadue sono stati individuati davanti quelle salentine e 35 norafricani sono stati fermati sulla terraferma vicino Gorizia. Continuano anche i rimpatri e le proteste dei tunisini che non vogliono tornare nel loro Paese. «La prova del nove è stata superata - ha fatto sapere con una nota il Comune di Lampedusa - Il maxi recupero di ieri, con l'arrivo di 760 profughi provenienti dalla Libia, non ha creato alcun problema alla vocazione vacanziera dell'isola, che si è svuotata velocemente. Gli immigrati giunti nel pomeriggio sono stati subito trasferiti con la nave Flaminia, che era già in rada, assieme ad altri 230 extracomunitari ospiti del Centro di prima accoglienza. I quasi mille profughi, sono stati imbarcati intorno alla mezzanotte sul traghetto della Tirrenia diretto a Crotone e Bari, dove gli immigrati saranno smistati nelle strutture allestite per i richiedenti asilo». L'amministrazione sottolinea, tuttavia, come sia «opportuno che i migranti vengano imbarcati direttamente sulle navi in rada senza farli passare dall'isola, così come promesso dal premier». Ma gli sbarchi non sono finiti. In 33, tra i quali due donne ed un bambino, sono stati soccorsi ieri mattina dalla Capitaneria di porto davanti Crotone.
I due scafisti greci che erano sull'imbarcazione sono stati arrestati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Gli stranieri, provenienti da Afghanistan, Iraq, Bangladesh e Pakistan, hanno raccontato di essere partiti mercoledì verso le 22 da un porto di un'isola greca. Arrivati a Crotone, gli immigrati sono stati assistiti e rifocillati. Le «fiamme gialle» di Taranto, invece, hanno rintracciato a cinque miglia da Novaglie una barca a vela con a bordo 32 persone di nazionalità afgana, irakena, pakistana, birmana e indiana. Il veliero turco di circa 10 metri, con bandiera americana preso a noleggio dall'organizzazione criminale, è stato scortato nel porto di Otranto (Lecce) e posto sotto sequestro. In manette lo scafista, un quarantenne russo. E 35 nordafricani sono stati «pizzicati» sulla terraferma vicino Gorizia. Non si sa come ci siano arrivati. Le ricerche di un barcone che potrebbe averli portati fino alla costa friulana non hanno dato frutti. Intanto proseguono senza sosta le operazioni di rimpatrio. Mercoledì 18 egiziani sono stati trasportati al Cairo con un volo charter decollato dall'aeroporto di Bari-Palese. Facevano parte di un gruppo di 45 clandestini (19 maggiorenni e 26 minorenni) sbarcati il 18 aprile sul litorale di S. Margherita di Savoia, vicino Barletta. Tutti avevano omesso di dichiarare la loro nazionalità per evitare il rimpatrio ma, su input della Direzione Centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, la Questura di Foggia ha scoperto che erano egiziani.
L'operazione conferma i buoni rapporti di cooperazione tra l'Italia e la rappresentanza diplomatica egiziana: dall'inizio dell'anno sono 183 i clandestini tornati in Egitto nelle ore immediatamente successive all'arrivo in Sicilia. Proprio per scongiurare il rimpatrio, tre tunisini si sono provocati tagli alle braccia mentre attendevano la partenza al Falcone-Borsellino di Palermo. Dal 5 aprile sono stati 350 i loro connazionali rispediti a casa. Singolare, poi, il caso di 16 tunisini che facevano parte di un gruppo di 700 persone sbarcate due settimane fa al Porto Canale di Cagliari. «Per il momento hanno deciso di non partire - ha detto l'assessore provinciale delle Politiche sociali Angela Quaquero durante la visita nel deposito dell'Aeronautica di viale Elmas diventato temporaneo centro di accoglienza - alcuni ci hanno detto di essere rimasti favorevolmente colpiti dalla città. Se dovessero decidere di rimanere, la Provincia è pronta a mettere a disposizione i suoi servizi». Cinque tunisini che facevano parte di un gruppo di trenta sono stati fermati alla stazione di Nizza poco dopo essere scesi dal treno. I nordafricani hanno spiegato di non aver superato il «requisito economico» perché tra tutti e cinque avevano in tasca solo 20 euro mentre dovrebbero averne almeno 31 a testa. Quindici nordafricani, infine, sono fuggiti l'altra notte dal Cie di via Mattei, a Bologna, dove erano trattenuti in attesa dell'espulsione e altri sette sono invece stati bloccati dalla polizia dopo una colluttazione. Il tentativo di evasione in massa, in parte sventato, ha provocato una zuffa: due poliziotti e due militari dell'Esercito hanno riportato lesioni guaribili in cinque giorni. Quattro marocchini e tre tunisini sono stati arrestati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
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