Bernardini: «I poster sugli stranieri restano, chi li attacca ha paura. Bologna per noi è un sogno, tra i nostri elettori ci sono molti ex Pci»
«Facciamo paura alla sinistra di questa città perché tra i nostri elettori ci sono molti ex Pci e perché votano per noi gli operai. Per questo la nostra campagna si farà soprattutto nelle fabbriche». Questo il cuore della sfida politica che il candidato sindaco in pectore del centrodestra, Manes Bernardini, oggi consigliere regionale della Lega Nord, lancia al centrosinistra e al suo sfidante Virginio Merola.
Abbiamo pubblicato i manifesti che esporrete per la campagna elettorale e contengono un messaggio un po’ forte contro gli stranieri della città. Ieri nel partito si è discusso se era il caso di rivederli. Cosa avete deciso?
«I manifesti — spiega Bernardini — restano così come sono e non vogliamo subire strumentalizzazioni».
Nel manifesto sono raffigurati un asiatico, una donna rom, un uomo di colore e un arabo che precedono nei servizi un anziano e un bambino italiani. Il Pd vi accusa di incitare all’odio. Cosa risponde?
«Dimostrano solo di avere paura, Merola abbaia alla luna e continua a non capire».
Provi a spiegare allora il senso del manifesto?
«Noi sosteniamo che oggi la maggior parte dei servizi comunali viene ottenuto dagli immigrati perché questi servizi vengono erogati solo in base al reddito. Non è che noi facciamo un discorso di razze o di nazionalità, diciamo solo che se questa cosa non viene corretta e passa il messaggio che basta venire a Bologna per avere la casa, allora incentiviamo migrazioni di massa. Se arriva uno con cinque figli e con la moglie che non lavora è molto probabile che in graduatoria passi davanti a un anziano solo».
E voi cosa proponete?
«Di inserire anche la durata della residenza come criterio per erogare i servizi, ma questo dovrà valere per tutti, cittadini italiani e stranieri. Si stabilisce che chi risiede a Bologna da più di dieci anni debba essere premiato con un punteggio e così via: al crescere degli anni di residenza si ha una facilitazione progressiva per accedere ai servizi».
Ma perché ritenete di far paura alla sinistra?
«Perché ormai nella nostra base elettorale ci sono molte persone di sinistra, ex Pci che votano per una forza politica che non ha barriere ideologiche. Il nostro è un voto di popolo, ci votano gli operai e per questo la nostra campagna elettorale sarà fatte nelle fabbriche. Di fronte ad un candidato sbiadito del centrosinistra ci saranno molti che proveranno a votare Lega».
Però partite dal 3% dei consensi e di certo il Pdl non vi aiuta perché sembra un circo Barnum e a due mesi dal voto non ha ancora preso una decisione sul candidato. Nonostante tutto sembra proprio che sarà lei il candidato sindaco del centrodestra. È così?
«Abbiamo preso il 3% e sono entrato in consiglio comunale, ma alle regionali abbiamo triplicato i voti a Bologna e siamo passati al 9%. Non c’è dubbio che dobbiamo decidere sul candidato il più presto possibile, ma noi della Lega Nord siamo tranquilli e sereni perché intanto cominciamo la campagna elettorale come partito. Chi ci vota sa che vota innanzitutto una proposta programmatica».
Toccherà a voi secondo lei?
«Il nostro sogno è avere il candidato a Bologna, tifiamo per questa soluzione. Vogliamo avere Umberto Bossi qui in campagna elettorale e speriamo di amministrare Bologna come Tosi amministra Verona».
Su cosa punterà il vostro programma?
«Sulla sicurezza, sulla lotta al degrado e sull’emergenza casa sopra ogni casa. Inoltre vogliamo cambiare sulla viabilità mettendo finalmente a punto un piano del traffico serio».
Sulla sicurezza che cosa proponete nello specifico?
«Intanto vogliamo utilizzare fino in fondo i nuovi poteri che le leggi nazionali attribuiscono ai sindaci. Finora non lo si è fatto per ragioni di carattere ideologico. Vogliamo intervenire fortemente contro l’abusivismo commerciale che danneggia i commercianti che pagano le tasse, vogliamo migliorare la vivibilità di alcune zone della città e riformare il corpo dei vigili urbani».
Olivio RomaniniAbbiamo pubblicato i manifesti che esporrete per la campagna elettorale e contengono un messaggio un po’ forte contro gli stranieri della città. Ieri nel partito si è discusso se era il caso di rivederli. Cosa avete deciso?
«I manifesti — spiega Bernardini — restano così come sono e non vogliamo subire strumentalizzazioni».
Nel manifesto sono raffigurati un asiatico, una donna rom, un uomo di colore e un arabo che precedono nei servizi un anziano e un bambino italiani. Il Pd vi accusa di incitare all’odio. Cosa risponde?
«Dimostrano solo di avere paura, Merola abbaia alla luna e continua a non capire».
Provi a spiegare allora il senso del manifesto?
«Noi sosteniamo che oggi la maggior parte dei servizi comunali viene ottenuto dagli immigrati perché questi servizi vengono erogati solo in base al reddito. Non è che noi facciamo un discorso di razze o di nazionalità, diciamo solo che se questa cosa non viene corretta e passa il messaggio che basta venire a Bologna per avere la casa, allora incentiviamo migrazioni di massa. Se arriva uno con cinque figli e con la moglie che non lavora è molto probabile che in graduatoria passi davanti a un anziano solo».
E voi cosa proponete?
«Di inserire anche la durata della residenza come criterio per erogare i servizi, ma questo dovrà valere per tutti, cittadini italiani e stranieri. Si stabilisce che chi risiede a Bologna da più di dieci anni debba essere premiato con un punteggio e così via: al crescere degli anni di residenza si ha una facilitazione progressiva per accedere ai servizi».
Ma perché ritenete di far paura alla sinistra?
«Perché ormai nella nostra base elettorale ci sono molte persone di sinistra, ex Pci che votano per una forza politica che non ha barriere ideologiche. Il nostro è un voto di popolo, ci votano gli operai e per questo la nostra campagna elettorale sarà fatte nelle fabbriche. Di fronte ad un candidato sbiadito del centrosinistra ci saranno molti che proveranno a votare Lega».
Però partite dal 3% dei consensi e di certo il Pdl non vi aiuta perché sembra un circo Barnum e a due mesi dal voto non ha ancora preso una decisione sul candidato. Nonostante tutto sembra proprio che sarà lei il candidato sindaco del centrodestra. È così?
«Abbiamo preso il 3% e sono entrato in consiglio comunale, ma alle regionali abbiamo triplicato i voti a Bologna e siamo passati al 9%. Non c’è dubbio che dobbiamo decidere sul candidato il più presto possibile, ma noi della Lega Nord siamo tranquilli e sereni perché intanto cominciamo la campagna elettorale come partito. Chi ci vota sa che vota innanzitutto una proposta programmatica».
Toccherà a voi secondo lei?
«Il nostro sogno è avere il candidato a Bologna, tifiamo per questa soluzione. Vogliamo avere Umberto Bossi qui in campagna elettorale e speriamo di amministrare Bologna come Tosi amministra Verona».
Su cosa punterà il vostro programma?
«Sulla sicurezza, sulla lotta al degrado e sull’emergenza casa sopra ogni casa. Inoltre vogliamo cambiare sulla viabilità mettendo finalmente a punto un piano del traffico serio».
Sulla sicurezza che cosa proponete nello specifico?
«Intanto vogliamo utilizzare fino in fondo i nuovi poteri che le leggi nazionali attribuiscono ai sindaci. Finora non lo si è fatto per ragioni di carattere ideologico. Vogliamo intervenire fortemente contro l’abusivismo commerciale che danneggia i commercianti che pagano le tasse, vogliamo migliorare la vivibilità di alcune zone della città e riformare il corpo dei vigili urbani».
11 marzo 2011
Corriere di Bologna

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