Sono 24 i barconi arrivati negli ultimi 2 giorni. 200.000 persone pronte alla traversata.
Giulia Nitti da SALVAGENTE
parate di fronte a una situazione che non può essere considerata un'emergenza, anche la politica doveva essere preparata a questi avvenimenti''. E ''di fronte agli sconvolgimenti che hanno interessato il Nord Africa - osserva - era immaginabile che prima o poi questo tipo di ripresa degli sbarchi sarebbe avvenuta, non c'è dunque sorpresa. È una ripresa di movimenti degli anni scorsi''. Ma ''quello che manca - aggiunge - è una legislazione concordata a livello di Unione europea, nessun Paese può affrontare da solo questo fenomeno. Auspichiamo quindi una presa di posizione dell'Ue su quanto sta avvenendo''.
Rappresentanti Ue in Tunisia
Non solo. Da Bruxelles hanno fatto anche sapere che l'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune, Catherine Ashton, è già in Tunisia, e oggi incontrerà il premier Ghannouchi, per "sollevare il problema" dei flussi migratori verso l'Italia. Lo ha annunciato la sua portavoce, Maja Kocijancic.
Un'altra riunione è in programma oggi al Viminale per decidere come fronteggiare l'emergenza. A questa seguirà una seduta del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica ''per decidere le misure di contrasto e di controllo degli sbarchi''.
Le parole del ministro degli Interni
Dopo l’esodo di disperati in arrivo dal paese nordafricano, il titolare dell’Interno ha puntato più volte il dito contro l’immobilismo dell’Europa “lenta e burocratica”, e ha chiesto una convocazione urgente del Consiglio Europeo dei capi di Stato e di Governo per “darsi una strategia” nel contrasto all'immigrazione nel Mediterraneo. “Siamo di fronte alla caduta del muro di Berlino, il Maghreb, il nuovo '89”, ha detto Maroni questa mattina a margine di una riunione sui patti di sicurezza a Varese, e ha chiesto all’Ue di farsi carico dell’emergenza.
Il governo tunisino: “Pronto a collaborare”
Nel frattempo l'Italia sta trattando con il governo di transizione tunisino per arginare l’ondata di arrivi. Le autorità del paese magrebino si sono dette “pronte a cooperare” per fare fronte all’ondata di migrazione che sta travolgendo le coste italiane. Dopo i 5mila disperati sbarcati nei giorni scorsi sulle coste di Lampedusa il titolare degli Esteri Franco Frattini si è messo in moto per concordare con il governo del paese nordafricano una strategia comune di contenimento. Intanto il sito arabo "Attounisia" annuncia lo speronamento al largo di Gabes da parte di una motovedetta tunisina. L’incidente avrebbe provocato 29 morti, altre 86 persone sarebbero invece state tratte in salvo.
La Tunisia rifiuta “ogni ingerenza”
Questa sera Frattini sarà in Tunisia, per parlare direttamente con le autorità del paese. Ma la strada da fare per giungere a una soluzione è tutta in salita. La Tunisia ha infatti rifiutato "qualunque ingerenza nei suoi affari interni", dopo che il titolare della Farnesina aveva lanciato l’ipotesi di dispiegare forze di polizia in mare e sulla terraferma per contenere il flusso di immigrazione clandestina verso l'Europa.
L’esodo dei giorni scorsi.
Nei giorni passati l’ondata di arrivi è stata impressionante, con una media di 1.000 persone sbarcate ogni giorno e centinaia di immigrati stipati in campi di fortuna. Per fare fronte all’emergenza improvvisa circa 1500 persone sono state stipate nel campo da calcio di Lampedusa. Da questa mattina è partito il piano straordinario approntato dal prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, nominato da Maroni commissario straordinario per l’emergenza.
Riaperto il Cpt
Il prefetto ha anche riaperto il centro di identificazione ed espulsione sull'isola, chiuso dallo scorso marzo. Sono già iniziate le prime identificazioni, e ieri sera sono arrivato sull’isola cinquanta carabinieri. Altri cinquanta poliziotti dovrebbero raggiungere le forse dell’ordine sull’isola nella giornata di oggi.
Maroni preoccupato
Ieri sera il ministro dell’Interno Maroni, intervista a “Che tempo che fa”, si è detto molto preoccupato. “Stiamo cercando di metterci in contatto con le forze di polizia tunisine per vedere come gestire questa emergenza, ma non ci riusciamo, perché il sistema è collassato”. Anche per questo Maroni ha puntato il dito contro l’Europa, chiedendo che il problema degli sbarchi venga condiviso e affrontato anche da Bruxelles.
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