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giovedì 30 dicembre 2010

Merola e l'idea della svolta civica Cacciari la boccia: "Col listone si perde"

L'ex sindaco di Venezia commenta negativamente l'ipotesi che il candidato, se uscirà vincente dalle primarie, si presenti alle urne con "la lista del sindaco", senza il simbolo del Pd. "Le primarie sono necessarie quando la politica è debole e il Partito Democratico ormai non esiste più. Guazzaloca era un civico vero. Virginio invece ha la tessera in tasca, non può cambiare formula"

di SILVIA BIGNAMI

L'ex primo cittadino di Venezia non vuole nemmeno sentir parlare di un listone "del sindaco" alle comunali di Bologna, come lasciato intendere ieri mattina dal candidato Pd alle primarie Virginio Merola. Piuttosto, meglio "l'utile banalità" di liste in appoggio al candidato con esponenti della società civile: "Le fanno tutti, portano voti. Merola se vuole fa benissimo a promuoverle, anche se è una grande seccatura metterle insieme. E anche se rubano voti ai Democratici". Del resto, aggiunge, questi sono escamotage "necessari quando la politica è debole, come è oggi il Pd, che dal punto di vista organizzativo praticamente non esiste più".

Cacciari, eppure al candidato Pd piacerebbe un grande listone del "Nuovo Ulivo", con dentro Pd, alleati e civici.
"È una cavolata. Con questo sistema elettorale ridurre le liste a una sola vuol dire ridurre drasticamente anche i voti e probabilmente perdere le elezioni. E' vero esattamente il contrario: più liste ci sono e più salgono le probabilità di vincere".

Però il Pci si presentava sempre dietro la lista civica Due Torri, a Bologna, e i risultati erano ottimi.

"Sì, ma tutti sapevano che la lista Due Torri era il Pci. E per questo vinceva. Perché era il Pci, appunto".

Quindi niente listone civico: il simbolo del Pd deve esserci.
"Assolutamente sì, oggi non scrivere "Pd" sulla scheda equivarrebbe a nascondere chi siamo, e politicamente non sarebbe un bel segnale".

Il candidato Pd non esclude che possano formarsi liste fatte dalla società civile in suo appoggio. Del resto vere liste civiche a sinistra non ce ne sono mai state. "L'unica lista civica vera fu quella di Giorgio Guazzaloca" ha detto Merola.
"In questo sono d'accordo. Quella dell'ex sindaco era una vera lista civica, seppure strettamente legata all'Udc. Ma anche Guazzaloca era un civico vero. Merola è iscritto al Pd, e non può usare quella formula. Poi certo, può fare una lista civica che l'appoggia accanto a quella del partito Democratico, ma è un'altra cosa, e non è una novità. Io personalmente non l'ho mai fatta, quando mi sono candidato a Venezia, però l'hanno fatta molti altri. Mi viene in mente Albertini a Milano ad esempio. E' una banalità, ma può essere utile, perché così a votare va più gente, si alimenta la partecipazione e via dicendo".

Ma le liste civiche concorrenti rischiano di rubare voti al Pd.

"E' naturale, certo. Il consenso del Pd si ridurrebbe, ma qui si tratta di fare meri calcoli elettorali: può darsi che la somma dei voti del Pd e di quelli di una lista civica alla fine risulti più alto, e allora aumentano le probabilità di vincere".

E si aumenta la partecipazione. Una necessità, visto che sulle primarie incombe il rischio flop, dopo Milano, Rimini e Ravenna. Anche a Bologna si respira molta disaffezione alla politica.
"Non conosco esattamente la situazione di Bologna. Bisogna vedere come sono le vostre primarie. Se sono fasulle, allora tanto vale non farle perché non servono a niente. Se invece c'è una reale competizione tra più candidature va bene. Le primarie del resto sono uno stato di necessità, perché manca il partito. Laddove esiste un partito o c'è Berlusconi le primarie non ci sono, né servono. Ma se il partito non c'è, e il Pd non c'è, sono necessarie".

(29 dicembre 2010)
La Repubblica.Bologna.it 

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