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venerdì 19 novembre 2010

Denunciati i quattro stranieri rimasti fino a lunedì sulla gru

L'INDAGINE. 
Le accuse: occupazione di suolo pubblico, danneggiamento, lancio di cose pericolose, oltraggio e ingiurie.
La loro posizione è ora al vaglio della Prefettura: da valutare chi debba lasciare l'Italia La Digos cerca i «fiancheggiatori».

Sono liberi, ma sono stati denunciati, a vario titolo, per occupazione di suolo pubblico, danneggiamento, lancio pericoloso di cose, oltraggio e ingiurie, i quattro immigrati (un marocchino, un egiziano e due pakistani) che lunedì sera sono scesi dalla gru di via San Faustino. Sono rimasti per 17 giorni a 35 metri d'altezza, sotto la pioggia, trovando rifugio nelle coperte e nei sacchi a pelo. Si erano arrampicati lassù il 30 ottobre, durante una manifestazione.
LA CONFERMA delle denunce giunge dalla questura, dove però non si entra nel merito delle indagini. La Digos vuole accertare se ci siano stati appoggi e da parte di chi. In gioco risarcimenti richiesti per centinaia di migliaia di euro per il cantiere della metropolitana bloccato per più di due settimane.
Dagli interrogatori e dai riscontri sui tabulati degli otto telefoni sequestrati dalla polizia si potrebbe giungere a determinate conclusioni.
Le indagini potrebbero coinvolgere altri immigrati e italiani che si sono mobilitati per sostenere la lotta sulla gru e che hanno organizzato le manifestazioni di solidarietà, durante le quali si sono verificati tafferugli e scontri.
La situazione: il 24enne pakistano Arun non può essere espulso perché la sua domanda di emersione è in fase istruttoria da parte della Prefettura di Brescia, che al momento non ha ancora deciso se accogliere o rigettare la pratica.
Jimi, egiziano 25enne, pur essendo stato raggiunto da un precedente provvedimento di espulsione, ha i requisiti perché la sua posizione possa essere sanata. La situazione migliore è quella del 35enne marocchino Rachid, in possesso di tutti i requisiti perché la sua domanda di emersione al vaglio dello sportello della Prefettura sia accettata.
DIVERSA, invece, la situazione del secondo cittadino pakistano, il 27enne Sajad: la domanda di permesso è già stata rigettata ed è stato in passato arrestato per non aver lasciato l'Italia dopo il decreto di espulsione. Il pakistano dovrebbe essere espulso, ma la Procura non ha però al momento fornito alla Questura il nulla osta per l'espulsione, proprio perché risulta indagato per i fatti della gru.
Il legale di Sajad ha presentato una denuncia contro il suo datore di lavoro e dunque non è escluso che la Procura gli conceda un permesso per motivi di giustizia, in vista di un eventuale procedimento. 

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