Cari amici qui va un articolo apparso sul Corriere della Sera di oggi. Io mi chiedo: Se queste sono le proposte della sinistra di Veltroni che ci possiamo aspettare dal PDL?
«Ammissione a punti». La nuova
sfida di Veltroni è sull'immigrazione
«Venire qui è un'opportunità, non un diritto»
La mossa L'area del'ex leader propone una politica selettiva
«Ammissione a punti». La nuova sfida di Veltroni è sull'immigrazione «Venire qui è un'opportunità, non un diritto»
BUSTO ARSIZIO (Varese) - È una piccola rivoluzione per il Pd. E il fatto che avvenga qui, a Busto Arsizio, a due passi da Varese, in terra leghista per intendersi, è senz'altro significativo. Si tratta della decisione di Movimento Democratico, l'area del partito che fa capo a Walter Veltroni, di presentare all'Assemblea nazionale un documento sull'immigrazione che non ricalca le parole d'ordine care alla sinistra, ma affronta il problema in maniera del tutto inedita per una forza politica come il Pd. L'ha elaborato il vice capogruppo alla Camera Alessandro Maran, e l'hanno sottoscritto tutti i leader della corrente, dall'ex segretario a Beppe Fioroni e Paolo Gentiloni. Ma a queste firme si sono aggiunte anche quelle di alcuni esponenti della maggioranza interna, come Daniele Marantelli, il deputato «padrone di casa» che ha organizzato l'Assemblea, o di rappresentanti dell'area Marino, come Paola Concia.
La premessa dell'ordine del giorno è chiara: «Vogliamo assicurare attraverso l'introduzione di un sistema d'ammissione a punti che avremo gli immigrati di cui la nostra economia ha bisogno, ma non di più. Con il ritorno della crescita vogliamo vedere crescenti livelli di occupazione e salari crescenti, ma non crescente immigrazione». Un'innovazione per il Pd, senza ombra di dubbio. Tanto più se si pensa che il sistema a punti è quello che il ministro dell'Interno Roberto Maroni vuole introdurre nel nostro Paese. Naturalmente, nella proposta di Movimento Democratico alla fine di questo percorso è prevista per gli immigrati la cittadinanza italiana e i toni del documento sono molto diversi da quelli adottati dai leghisti, ciò non toglie però che l'impostazione sia differente da quella ufficiale seguita fin qui dal partito.
«Australia, Nuova Zelanda, Canada, Gran Bretagna e Danimarca - si legge ancora nel testo presentato ieri sera - hanno adottato strategie di questo tipo. Età, sesso, stato civile, istruzione, specializzazione, conoscenza della lingua, della cultura, dell'ordinamento del paese, si combinano in un punteggio, o valutazione, dell'ammissibilità dei candidati all'immigrazione. L'esito normale del processo di inclusione, in queste società è l'acquisizione della cittadinanza, e questo avviene per la maggioranza degli immigrati». Dunque, «si tratta di una politica migratoria selettiva: l'ammissibilità legata ad una valutazione delle caratteristiche degli immigrati», perché «venire, a ancor più restare in Italia, è un' opportunità e non un diritto».
Ma non finisce qui. Il documento prevede anche un'altra proposta «forte» che rappresenta un'ulteriore novità per la tradizionale politica dell'immigrazione adottata dal Partito democratico. «Riconosciamo inoltre - è scritto nel testo - che l'immigrazione può mettere pressione sulla disponibilità di abitazioni e di servizi pubblici delle nostre comunità, perciò dobbiamo costituire un Fondo Impatto Immigrazione pagato dalle contribuzioni degli immigrati per aiutare le aree locali». Anche in questo caso, una piccola rivoluzione per il Pd, mutuata dalla Gran Bretagna. Una proposta di tassazione degli immigrati che farà discutere.
Il documento presentato da Movimento Democratico e fortemente voluto da Veltroni, ovviamente, non prevede solo paletti. Nell'ultima pagina vi è un paragrafo tutto dedicato ai diritti degli immigrati: «Poiché buona parte dell'immigrazione è di lungo periodo o permanente deve essere in grado di acquisire pieni diritti, politici e di cittadinanza. E le riforme devono riguardare lo snellimento delle procedure per ottenere la carta di soggiorno per "lungo residenti"; la concessione del voto amministrativo; l'accesso alla cittadinanza ai nati da residenti stranieri legalmente soggiornanti e ai minori cresciuti e formati in Italia».
Oggi, dopo una nottata di trattative in un'apposita commissione di lavoro, si saprà se il gruppo dirigente del Pd è disposto ad accettare la sfida sull'immigrazione lanciatagli dalla minoranza di Veltroni (tanto più che il documento è piaciuto anche a una parte della maggioranza interna e a una fetta degli amministratori locali del Nord), o se preferirà attestarsi sul documento elaborato da Livia Turco, in linea con i temi e gli slogan tradizionali della sinistra.
Maria Teresa Meli 09 ottobre 2010
Turco: Ingressi selettivi già in mia legge
"Nessuna polemica con veltroniani, proposta già in documento"
Sul testo presentato dai veltroniani come contributo al Forum sull'immigrazione dell'assemblea nazionale del Pd in corso a Busto Arsizio, e che prevede ingressi selettivi attraverso un sistema d'ammissione a punti, "non c'è nessuna polemica" perché "è stato già accolto nel documento sull'immigrazione" in discussione. Lo assicura Livia Turco, che a margine dell'assemblea Pd afferma di essere da sempre favorevole al principio del "massiccio controllo, massiccia integrazione" e rivendica che "la legge che ha introdotto la selezione degli ingressi attraverso le quote, cioè il lavoro, si chiama Turco-Napolitano", quindi è parte fondante della politica Pd sull'immmigrazione. Da qui l'accoglimento delle proposte dei veltroniani sull'ingresso a punti: "Oggi credo sia giusto - ha spiegato l'ex ministro - che per i criteri di ingresso e selezione non ci sia solo il lavoro ma anche la volontà di integrazione di una persona". Sul tema dei "punti", quindi, per Livia Turco può partire "una riflessione di lungo periodo". Le emergenze però, sono altre: serve "un piano nazionale per l'integrazione finanziato da risorse pubbliche e private, perché gli enti locali ora sono strangolati. E un programma di lingua e cultura italiana che sia finanziato, perché è uno scandalo che l'Italia sia l'unico Paese in Europa in cui se non parli italiano vieni espulso".


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