Si è sentita dire dal padre "Fai la brava, o non la passi liscia". Un messaggio eloquente, visto che anche il fidanzato di lei è stato minacciato di morte. Per Jana, 21enne macedone in Italia da quando aveva 2 anni, la libertà è stata una conquista lenta e dolorosa, ostacolata proprio dai suoi genitori, che avevano già disegnato un futuro per la figlia e glielo volevano imporre. Solo la costanza e la determinazione della ragazza le hanno permesso di vincere la sua battaglia, ma in mezzo ci sono stati tentativi di suicidio, fughe attraverso l'Europa, e, ultimo atto, una denuncia.
I genitori di Jana (non è il suo vero nome) avevano già pianificato tutto: un matrimonio combinato in Macedonia. Non hanno abbandonato i loro propositi nemmeno quando la ragazza, nel 2006 (quando la giovane vive con la madre in provincia di Bologna), si è gettata da cinque metri per sfuggire a questo destino che non condivideva. Non era la prima volta che tentava di farla finita: si era già tagliata le vene dei polsi perché il padre le impediva di uscire e frequentare un ragazzo. Il marito, infatti, doveva essere un altro.
Ma Jana all'epoca è ancora una ragazzina, e si riavvicina ai genitori. I servizi sociali però seguono la sua vicenda. Grazie alla sua forza di volontà pianifica il "suo" futuro: studia da parrucchiera, trova un lavoro a vicino a casa e anche un nuovo amore, un ragazzo marocchino. In quegli anni Jana respinge più volte le richieste dei genitori di seguirli in Macedonia, ma in due casi è costretta a farlo. E' proprio in una di queste due occasioni che Jana tenta il tutto per tutto: di nascosto dalla famiglia contatta un'associazione che l'aveva aiutata, e che le permette di raggiungere Praga "scortata". Dalla Repubblica Ceca alla Svizzera, e da lì, due mesi dopo, è di nuovo in Italia.
Tanto è determinata Jana, tanto lo sono i suoi genitori. Il padre, in particolar modo, che non accetta la ribellione della figlia. Si apposta vicino al suo negozio e le fa arrivare precisi messaggi di inacce, come quello: "Fai la brava altrimenti questa volta non la passi liscia". Una vera e propria persecuzione: Jana ad aprile di quest'anno trova il coraggio di denunciare la situazione e si reca dalla Polizia per avere protezione.
Oggi il padre e la madre di Jana sono accusati di maltrattamenti e sequestro di persona per gli episodi accaduti tra il 2006 e il 2009, oltre che per violenza privata per quanto riguarda l'obbligo per Jana di interrompere la relazione sentimentale. Il padre, inoltre, e' accusato anche di stalking: non può avvicinarsi alla ragazza.
24 agosto 2010
Repubblica Bologna
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