Migrantes, rimpatri rom illeciti, in europa liberta' movimento
22 agosto, 14:27
di Fausto Gasparroni
CITTA' DEL VATICANO - La tesi del ministro dell'Interno Roberto Maroni, secondo cui in tema di immigrazione e' il momento di fare un passo in piu' ed arrivare alla ''possibilita' di espellere anche i cittadini comunitari'', trova subito l'opposizione della Chiesa italiana, che richiama invece al ''diritto di insediamento e movimento'' stabilito dall'Unione Europa. ''Il governo italiano non puo' autonomamente decidere in riferimento a una politica europea che invece stabilisce sostanzialmente il diritto di insediamento e di movimento'', e' l'altola', dettato dai microfoni della Radio Vaticana, da monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei. In un'intervista al Corriere della Sera, il ministro Maroni ha plaudito all'espulsione dei rom decisa in Francia dal governo Sarkozy, che in questo ''sta copiando l'Italia'', e per il futuro ha promesso misure ancora piu' dure. Il titolare del Viminale ha parlato di ''espulsioni come per i clandestini, non rimpatri assistiti e volontari'', per chi viola ''la direttiva che fissa i requisiti per chi vive in un altro Stato membro'' (reddito minimo, dimora adeguata e non essere a carico del sistema sociale del Paese che lo ospita). Inoltre, ha detto, ''le espulsioni dovrebbero essere possibili per tutti i cittadini comunitari, non solo per i rom''. Per i vescovi italiani, pero', i rimpatri decisi da Sarkozy, ''sono illegittimi'', perche' - dice mons. Perego - ''riguardano sostanzialmente persone che hanno il diritto di movimento in Europa e d'insediamento''. Secondo il direttore di Migrantes, ''la Francia purtroppo ha seguito la strada dell'Italia di un'espulsione indiscriminata dei rom''. Un'espulsione che, a suo dire, ha generato ''nuovi campi abusivi'', ''ancora abbandono della popolazione rom'' e ''l'annullamento di tutta una politica sociale che era stata fatta per la scolarizzazione dei bambini''. Inoltre, per mons. Perego, ''l'azione che avviene contro i rom oggi non e' un'azione di politica migratoria - non dimentichiamo che anche in Italia l'80% dei rom e' italiano - ma e' una politica discriminatoria nei confronti di una popolazione''. Anche secondo il portavoce della Comunita' di Sant'Egidio, Mario Marazziti, le espulsioni decise dal governo francese possono ''incoraggiare sentimenti sbagliati nella popolazione francese ed europea, portando a pensare che ci possano essere cittadini di serie A e di serie B''. In risposta a quanto affermato dal ministro Maroni, poi, il vicepresidente della Commissione Affari Europei, Enrico Farinone (Pd), ha detto ''no a forzature delle norme comunitarie. Espellere anche i cittadini comunitari, come vuole Maroni, vorrebbe dire nei fatti tentare di far morire Schengen''. Mentre per il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, ''il governo fa un uso distorto, discriminatorio e razzista di principi incontestabili come il diritto alla sicurezza e il rispetto della legalita'''. Sandro Gozi, capogruppo del Pd nella commissione Politiche della Ue di Montecitorio, chiede al ministro dell'Interno di ''venire a riferire in parlamento sulle sue intenzioni''. In sintonia con Maroni e' invece Isabella Bertolini della direzione nazionale del Popolo della Liberta', secondo cui ''la linea dura, ribadita dai vertici del Pdl, contro la presenza di stranieri irregolari e' quello che ci vuole. Poco importa che siano comunitari e quindi anche rom, o extracomunitari. Chi non ha i titoli per rimanere in Italia deve essere espulso''. Pienamente d'accordo con la linea dura di Maroni si e' detta Mariastella Gelmini: ''sono favorevole alle espulsioni dei cittadini anche comunitari, e condivido appieno la posizione del ministro Maroni a riguardo. Non e' possibile infatti - sottolinea in una nota il ministro dell'Istruzione - che il Governo italiano legittimi situazioni di palese illegalita' e di non rispetto delle regole''.
giovedì 26 agosto 2010
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