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lunedì 14 giugno 2010

ITALIA - Terrorismo, rischio radicalizzazione immigrati e nucleare. Rapporto Icsa

Preoccupa in Italia la costante diffusione di estremisti 'homegrown', figli di immigrati nati e cresciuti in Occidente che si radicalizzano. Le minacce possono arrivare anche dall'immigrazione illegale, canale attraverso cui passano soggetti jihadisti. E attenzione alla 'bomba sporca': i siti italiani di stoccaggio delle scorie nucleari sono infatti vulnerabili agli attacchi terroristici. E' quanto emerge dal primo rapporto sul terrorismo internazionale curato dalla Fondazione Icsa.
La minaccia qaidista, evidenzia il rapporto, 'investe pesantemente l'Europa, al centro di una martellante propaganda estremista online contro la presenza dei contingenti militari nelle aree di crisi e l'atteggiamento verso i musulmani, ritenuto persecutorio o discriminante'. In Italia, secondo l'Icsa, emergono collusioni tra estremismo jihadista ed immigrazione illegale per la presenza di soggetti coinvolti in attivita' eversive tra i flussi di clandestini giunti nella penisola dall'area mediorientale e dal Maghreb. E' il caso di due tunisini espulsi nel 2009 che avevano presentato richiesta di protezione internazionale, ricercati dalle autorita' del loro Paese per pregressa militanza in organizzazioni salafite-jihadiste. E' stato inoltre arrestato un estremista tunisino gia' coinvolto in un'indagine antiterrorismo negli anni scorsi, rientrato clandestinamente in Italia. In entrambi i casi, si e' trattato di soggetti che si erano inseriti tra i flussi di clandestini provenienti dalla Libia e diretti a Lampedusa. Il maggior rischio, rileva l'Icsa, e' che le organizzazioni terroristiche possano in prospettiva sfruttare questo canale per inviare elementi in grado di compiere attacchi.
Altro tema che preoccupa e' quello della 'bomba sporca', confezionata con scorie radioattive associate ad esplosivo convenzionale, che puo' diventare un'arma di distruzione di massa se usata in ambito urbano. Il Rapporto sottolinea in proposito che in Italia e' presente almeno una dozzina di siti di deposito temporaneo di materiale radioattivo. Questi siti 'sono vulnerabili ad attacchi terroristici e percio' richiedono una messa in sicurezza non solo da incidenti tecnici e naturali, ma anche da attacchi'. Vicino all'Italia, inoltre, ci sono centrali nucleari attive di alti Paesi confinananti e c'e' quindi l'esigenza di valorizzare il coordinamento e l'interscambio tra sistemi militari, civili e sanitari.
L'azione di prevenzione e' contrasto del terrorismo in Italia ha fatto registrare 200 arresti negli ultimi dieci anni, 47 condannati e 62 espulsi. Ora, spiega Carlo De Stefano, ex capo dell'Antiterriorismo e tra i curatori del rapporto, c'e' la necessita' di monitorare costantemente lo sviluppo del fenomeno dei terroristi 'homegrown' e la possibile costituzione di piccole cellule nei piccoli centri dove si colgono i segnali di una progressiva provincializzazione della jihad. Il presidente dell'Icsa, Marco Minniti, da parte sua, ha auspicato il potenziamento della formazione degli apparati di intelligence, attingendo anche dal settore privato e dalle universita'.
Infine, secondo Minniti, si dovra' prevedere un Consigliere per la sicurezza nazionale, 'figura in grado di operare in coordinamento interistituzionale tra gli apparati della sicurezza, interna ed esterna e quelle dei servizi di intelligence'.

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